La destra da Alleanza Nazionale alla diaspora, col rischio irrilevanza

C’era una volta la destra in Italia. C’era una volta Alleanza Nazionale. Un partito con una storia. Con un seguito. Tante sezioni. Tanti voti. Tanti eletti. È stato il partito che per quasi quindici anni ha riunito gli elettori di destra. Dato loro un’identità. E fatto sentire milioni di persone “comunità”. Esponenti di Alleanza Nazionale sono stati negli anni ministri, governatori e sindaci di grandi città.

L’ultima volta che Alleanza Nazionale ha presentato il proprio simbolo alle elezioni politiche nel 2006 ha raccolto quasi cinque milioni di voti. Più del del 12% alla Camera come al Senato. Eletti 71 deputati, 41 senatori. Nel 2008, alle elezioni politiche successive, Alleanza Nazionale è confluita nel Popolo della Libertà. Con una propria rappresentanza nelle liste e tra gli eletti. Ancora alle europee del 2009 rappresentanti di Alleanza Nazionale candidati col Pdl hanno dimostrato di avere consenso. Grazie alla capillare struttura, costruita nel tempo, di circoli e rappresentanze territoriali.

Veniamo al 2013. E alle prossime elezioni politiche. Senza rifare la cronistoria dei come e dei perché si è giunti a questo punto è possibile affermare che l’eredità storica di Alleanza Nazionale è oggi divisa in almeno quattro sigle. La Destra di Storace, Fratelli D’Italia, Popolo della Libertà, Futuro e Libertà.

La Destra di Francesco Storace. Con lui ci sono Teodoro Buontempo e altri esponenti storici della destra. Rappresentano o vorrebbero rappresentare una destra sociale. Parola d’ordine: sovranità.

Fratelli D’Italia. Costituita da poco e nata dalla fase turbolenta del Popolo della Libertà. Fondatori: Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Più Guido Crosetto. Se diventerà partito lo vedremo più in là. Per ora è un tentativo del centrodestra e di Berlusconi di accrescere l’appeal elettorale di una coalizione provata dagli scandali. Giorgia Meloni porta in eredità l’organizzazione e la struttura di Azione Giovani, movimento giovanile di Alleanza Nazionale. Da tenere d’occhio in Lombardia.

Popolo della Libertà. Del partito in cui Alleanza Nazionale è confluita nel 2008 fanno ancora parte Gasparri, Matteoli ed altri esponenti di destra. Superstiti. La presentazione delle liste per le politiche è stata fonte di delusione per tanti altri ex An come per esempio Andrea Ronchi. Di qui l’accusa rivolta a Berlusconi di aver voluto dilapidare e mortificare la loro identità.

Fin qui le formazioni di centrodestra.

Perché un’altra pattuglia di ex Alleanza Nazionale è con Fini. Con Futuro e Libertà. Partito fondato da Gianfranco Fini dopo la rottura con Silvio Berlusconi e l’uscita dal centrodestra. Loro oggi con Udc e Scelta Civica-Lista Monti costituiscono la formazione centrista. Sono stati grandi sponsor dell’avvento di Mario Monti. E oggi ripropongono la sua leadership alla guida del Governo.

Sono almeno quattro le formazioni politiche che si richiamano o sono figlie dell’esperienza di Alleanza Nazionale. Partito nato da una lunga tradizione. Guidato da gruppo dirigente in grado di costruire il terzo-quarto partito più votato nel Paese. Con diverse anime, sensibilità ma unito da una tradizione. Da icone che ne hanno fatto la storia: Giorgio Almirante come Pinuccio Tatarella.

Oggi le formazioni politiche figlie dell’esperienza di Alleanza Nazionale hanno come (massimo) obiettivo il superamento della soglia minima per entrare in Parlamento. Dal 12 al 3%. Forse.

In tutto ciò, naturale lo spaesamento degli ex elettori di Alleanza Nazionale, senza più punti fissi nello scenario politico.