Vertici del Pd a pranzo da Napolitano

Dopo il Pdl, ieri è toccato al Pd. Continuano gli incontri del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con le forze politiche che sostengono il governo.

La notizia si è appresa ieri nel tardo pomeriggio. L’incontro è avvenuto a pranzo al Quirinale (o, meglio, nella tenuta di Castel Porziano) e hanno partecipato il segretario del partito Guglielmo Epifani, i capigruppo Luigi Zanda e Roberto Speranza e la senatrice Anna Finocchiaro.

A tavola non si sarebbe parlato delle conseguenze della condanna definitiva di Silvio Berlusconi: lo affermano fonti del Pd (“Ma la posizione della segreteria è chiara”) e lo confermano sostanzialmente dal Colle, anche se non si riesce a sapere nulla di più preciso.

Anzi, fonti del Quirinale, trincerandosi dietro la consueta formula “prospettive della ripresa dei lavori parlamentari e sviluppi dell’azione di governo“, invitano a non avventurarsi in “interpretazioni infondate e commenti intempestivi” che rischiano di intrudere “in una fase di esame e riflessione che richiede il massimo di ponderazione e serenità”. Tradotto: la situazione è delicata, lasciate lavorare Napolitano e non rovinate tutto.

Di materiale per la discussione con Pdl e Pd, inevitabilmente, ce n’era parecchio: a partire, ad esempio, da temi caldi come l’eventuale abolizione dell’Imu, che sta provocando più di una fibrillazione nella compagine governativa, cosa che non può non impensierire il Presidente della Repubblica.

I progetti sul tavolo, ovviamente, sono molti altri, comprese le riforme istituzionali (con la “commissione dei saggi” che continua il suo lavoro), una delle quali sembra particolarmente urgente: la legge elettorale. Proprio il Pd è riuscito ad ottenere, anche grazie al sostegno di parlamentari di altre forze politiche, la procedura d’urgenza in Parlamento, conquistando l’apprezzamento di Palazzo Chigi e di Napolitano.

Come poi si voglia superare il Porcellum, se con una semplice leggina che cancelli la riforma del 2005 e riporti in vita il Mattarellum di dodici anni prima (come avrebbero voluto i tanti cittadini che avevano firmato le proposte referendarie del comitato Morrone-Parisi-Castagnetti, poi bocciate dalla Corte costituzionale) o escogitando un’altra soluzione, come il doppio turno di coalizione proposto in questi giorni da Stefano Ceccanti (e da Luciano Violante) è presto per dirlo.