Delrio: “Province abolite entro l’anno”

graziando delrio

Hanno avuto qualche mese di vita in più, ma entro la fine dell’anno le province saranno abolite. Parola di Graziano Delrio, ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, reduce dalla quarta edizione della Leopolda a Firenze, accanto a Matteo Renzi di cui è sostenitore da tempo (“Con lui c’è una comunanza di idee e di approccio alla politica e alla società). In un’intervista alla Repubblica, il ministro dà conto del percorso della cancellazione delle province e delle difficoltà che persistono.

La discussione sta per approdare alla commissione Affari costituzionali della Camera e prevede la riduzione delle materie oggi di competenza delle province, mentre un disegno di legge costituzionale (da presentare entro l’anno) si proporrà di cancellare il riferimento a quegli enti in Costituzione. “A maggio non si voterà più per le province – spiega Delrio – perché nel frattempo saranno diventate enti di secondo grado. Non verranno eletti dai cittadini: ne faranno parte i sindaci dei comuni del territorio, che formeranno un’assemblea in cui verrà scelto il nuovo presidente a costo zero. Saranno cioè i sindaci a scegliere il presidente”.

Se resteranno solo le città metropolitane (attivate dal 1° gennaio 2014), l’abolizione delle province si rifletterà sulle materie di intervento. “La competenza sulle scuole passerà ai Comuni – nota il ministro – la manutenzione delle strade, tipica competenza intercomunale, resterà alle province”, che però avranno il ruolo di “una sorta di agenzia funzionale a servizio dei comuni”. Resta da decidere sul patrimonio degli enti, mentre “saranno le assemblee dei sindaci a decidere di volta in volta quali competenze e quali cose affidare alle amministrazioni locali e quali invece lasciare alla nuova Provincia come agenzia intercomunale”.

Delrio non nega che da parte dei partiti, compreso il suo, ci sono ostacoli a questo progetto (“Resistenze? Eccome se ce ne sono, anche dentro il Pd. Ci sono molte resistenze”), ma l’abolizione delle province era anche nel programma di Bersani: “Credo sia adesso doveroso rispettare le promesse fatte agli elettori, non sarebbe serio non mantenerle”. E sull’eventualità che l’idea di cancellare quegli enti possa creare fibrillazioni nell’esecutivo, risponde così: “Le fibrillazioni continue non fanno bene al governo, ma soprattutto non fanno bene agli italiani. Non fanno bene alle nostre imprese e alla legge finanziaria”. Una risposta vera, però, non la dà.

Gabriele Maestri