Genova: caos trasporti. Quarto giorno di sciopero generale e selvaggio

Genova: caos trasporti. Quarto giorno di sciopero generale e selvaggio

“L’azienda di trasporti della nostra città (Genova, ndr) rischia il fallimento. Va privatizzata”. Così ha ribadito il sindaco di Genova, Marco Doria. Un aut aut che vede, da una parte, l’opzione dismissione delle quote comunali e dall’altra il rinnovo dei contratti di solidarietà e il conseguente taglio agli stipendi per il 2014. Condizioni, entrambi, inaccettabili per i lavoratori della società partecipata Amt, spettatori a centinaia al consiglio comunale. Interrotto in continuazione, il sindaco del capoluogo ligure ha tentato di spiegare come la situazione finanziaria del Comune di Genova sia drammatica e che la vendita di Amt potrebbe risollevare le sorti del bilancio comunale. “Per interrompere l’agitazione, la richiesta dei sindacati è stata la sospensione della delibera, ma una trattativa non può andare avanti se non si ferma uno sciopero illegittimo. Nel 2013 il contributo del Comune (30 milioni di euro) e dei lavoratori Amt (8 milioni di euro) ha permesso di mantenere in equilibrio i conti di Amt. Il contributo dei lavoratori poteva essere riproposto anche nel 2014, i sindacati hanno detto no”. Non sono servite a nulla né le spiegazioni della giunta né le proteste degli addetti ai lavori. Il consiglio ha chiuso i battenti ed il sindaco Doria è stato aggredito dalla folla inferocita, parzialmente tamponata dai vigili di scorta al primo cittadino.

La situazione genovese è disperata: da martedì, per protesta, nessun autobus esce dai depositi Amt. Nessun treno, ascensori e navebus sono in azione. Le fasce orarie garantite non sono rispettate. Ormai è il quarto giorno di sciopero generale dopo che giovedì il tavolo di concertazione tra sindacati e Giunta Comunale, che avrebbe potuto fermare la rivolta degli lavoratori Amt, è saltato un seguito ad oltre cinque ore di colloqui. “Siamo al punto di partenza. Vogliono che i sacrifici che abbiamo accettato per quest’anno, siano ripetuti anche per il prossimo anno. La lotta deve continuare”, avevano dichiarato i delegati sindacali all’uscita.

E la questione potrebbe prendere una visibilità nazionale con l’affermazione, da parte dei rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil ed Ugl di portare la protesta nella capitale. Andrea Gamba della Cgil afferma che “qui c’è l’assassino del trasporto pubblico, ma bisogna andare a trovare il mandante. E’ necessario andare a Roma, con delegazioni da tutta Italia, perché sono lì i colpevoli di questa situazione”. Rincara la dose Danilo Caruso della Filt (Trasporti) Cgil Roma e Lazio: “La questione di Genova è una questione nazionale. I lavoratori sono vittime come i cittadini”.

Ma l’attestato di solidarietà più ‘rumoroso’ è arrivato dal leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. Il comico genovese ha dichiarato nelle strade di Genova: “la vostra lotta è un segnale importante, sfilo con voi. Le autostrade, il gas, trasporti, l’acqua, sono un bene pubblico, nessuno deve arrogarsi il diritto di venderli ai privati. Qui a Genova si è ceduta una piazza per 90 anni per farne un parcheggio: e queste cose le decidono persone che nel loro programma non hanno mai detto che voleva privatizzare”. L’attacco è preciso e frontale. L’oggetto, anzi il soggetto destinatario, è il sindaco Marco Doria, sempre più nell’occhio del ciclone.

 

Daniele Errera