La Bce lascia i tassi al minimo storico

mario draghi tassi al minimo storico

La Bce lascia i tassi al minimo storico

Per l’ennesima volta, nessun ritocco al rialzo del costo del denaro: la scelta è della Banca centrale europea che giovedì ha scelto di mantenere il tasso d’interesse di riferimento al livello minimo storico dello 0,25%. Invariati anche il tasso marginale allo 0,75% e quello sui depositi a zero.

A volere fortemente questo “corso finanziario”, il presidente della Bce, Mario Draghi: “L’Eurozona sperimenterà un prolungato periodo di bassa inflazione, cui seguirà un graduale movimento verso un’inflazione appena sotto il 2%”. Non c’è stata, come avrebbero voluto gli analisti finanziari, l’assicurazione di futuri interventi qualora l’aumento dei prezzi per troppo tempo sia inferiore all’1% (provocando una rigidità delle condizioni di finanziamento delle imprese e dei consumatori): “Siamo pronti – ha notato Draghi con cautela – a nuove decise azioni se necessarie”, senza però andare oltre.

Altrettanto deluso chi pensava di ascoltare parole di ottimismo sulla ripresa “imminente”: “È prematuro dichiarare vittoria contro la crisi. La ripresa c’è ma è debole, modesta e fragile. Ci sono diversi rischi di carattere finanziario, economico, geopolitico e politico che possono minarla”. I dati in possesso dell’Eurotower suggeriscono una “partenza debole” per i primi tre mesi del 2014 e “un ritmo lento” di ripresa fino a tutto l’anno successivo: ciò perché la politica della Bce permetterebbe di migliorare la domanda interna e rafforzerebbe via via le esportazioni.

Resta però troppo alta la disoccupazione, che si è stabilizzata ma così non può andare: per Draghi servono riforme strutturali per «”sostenere la graduale ripresa economica nella zona euro e avere un impatto positivo sulle finanze pubbliche”. Bisogna dunque mettere mano ai mercati dei prodotti e del lavoro, oltre che attuare con rigore le politiche del mercato unico: sarebbe la via “per migliorare le prospettive di crescita economica e favorire la creazione di posti di lavoro”.

Certamente il mancato rialzo dei tassi è piaciuta alle borse, anche se alla fine le piazze di Francoforte, Parigi e Londra hanno chiuso in leggero ribasso: l’unica ad avere mantenuto un modesto progresso è proprio Milano.