Electrolux, commento di una crisi aziendale

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Electrolux, commento di una crisi aziendale: buonanotte buonanotte governino

I media nazionali e il Governo si sono accorti della drammatica vicenda Electrolux solo ora, quando i buoi sono (quasi) già scappati dalla stalla.

La vicenda Electrolux è balzata agli onori delle cronache nazionali martedì, quando i vertici della multinazionale svedese hanno incontrati i sindacati a Mestre per presentare i risultati della procedura d’investigazione sui quattro stabilimenti italiani, che l’azienda aveva annunciato lo scorso ottobre di voler compiere. La proposta degli svedesi di tagliare il 40% della già esigua busta paga dei lavoratori ha fatto il giro d’Italia ed è stata da subito definita shock da più parti, sia politiche, che sindacali e giornalistiche.

In realtà, la vicenda Electrolux era cominciata già alcuni anni fa, con i primi ricorsi alla cassa integrazione e, con l’acuirsi della crisi, l’azienda ha fatto un  ricorso massiccio ad ammortizzatori sociali ed esuberi.

Electrolux impiega quasi 6000 lavoratori in Italia e lo stabilimento più grande è quello che produce le lavatrici, ovvero quello di Porcìa (Pordenone), che dà lavoro a 1200 lavoratori, senza contare l’indotto, che ne coinvolge altri 5000.

Electrolux il 25 ottobre aveva annunciato di voler avviare una “Procedura d’investigazione”, per valutare quanto conveniente fosse tenere in vita i quattro stabilimenti, a cominciare da quello storico di Porcia, da cui nacque la Zanussi, poi rilevata (con cospicui aiuti di Stato) dal gruppo svedese Electrolux. Di fatto, quella della procedura d’investigazione aveva avuto tutto l’aspetto di un preavviso di chiusura.

I tanto attesi risultati di tale procedura hanno visto l’azienda presentare nel vertice di Mestre la proposta di tagli al costo del lavoro, ma per Porcìa non è stato presentato alcun piano industriale: l’azienda si è, infatti, riservata di assumere una decisione finale sullo stabilimento a fine aprile. D’altronde, gli svedesi sono stati previdenti: da anni, ormai, hanno creato uno stabilimento gemello a quello di Porcia, in Polonia, dove l’energia costa un terzo di quella italiana e il costo del lavoro idem.

I riflettori locali e regionali erano già puntati sulla vertenza Electrolux da molti mesi: assemblee pubbliche, consigli comunali aperti, incontri istituzionali si sono susseguiti, culminando nello sciopero generale regionale di venerdì 15 novembre tenutosi a Pordenone. La manifestazione ha visto sbarcare nella graziosa cittadina ben 10 mila persone: lavoratori di ogni categoria produttiva, guidati dai tre Sindacati, semplici cittadini, amministratori comunali e rappresentanti della Giunta Regionale, a cominciare dalla Presidente Debora Serracchiani, hanno sfilato lungo le strade della città, sotto la pioggia battente, per un evento con un livello di partecipazione senza precedenti in Friuli. Una manifestazione pacifica, sentita in ogni angolo della Regione e della città. Eppure, nelle tv nazionali non è stato dedicato alcun servizio alcuno a tale evento. Anzi, tv e giornali nazionali hanno preferito dare spazio, molto spazio, ai soliti facinorosi studenti (o presunti tali) che si sono scontrati con le Forze dell’Ordine a Roma o a Bologna, mentre quanto era accaduto a Pordenone è rimasto nell’oblio.

Sia il Sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti (ironia della sorte, ex manager Electrolux), che Unindustria Pordenone hanno elaborato nelle ultime settimane documenti con proposte da presentare all’azienda. Ancora, la Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia, il 24 gennaio ha approvato un piano industriale regionale, mettendo sul piatto 98 milioni di euro, la gran parte dei quali destinati proprio a Electrolux, finalizzati ad una riduzione del costo dell’energia, della pressione fiscale locale, della sburocratizzazione e incentivi per l’innovazione.

Di fronte ad un turbinio di mobilitazioni locali e regionali, il Governo, nonostante le continue sollecitazioni da parte della Presidente FVG Serracchiani, del Presidente del Veneto Zaia e degli stessi sindacati, non ha battuto un colpo. Certo, vent’anni di immobilismo nazionale e almeno cinque anni di immobilismo regionale nelle politiche industriali  non posso esser cancellati in qualche mese, ma il Governo è sembrato totalmente distratto di fronte alla vertenza.

Il Ministro Zanonato ha dato sfoggio della sua inadeguatezza inanellando nelle ultime ore una serie di dichiarazioni imbarazzanti: alla notizia del decurtamento delle buste paga del 40%, martedì ha rilasciato un comunicato affermando che “in Italia esiste un grande problema di costo del lavoro” (ma va?), alla vigilia del vertice di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico ha affermato con certezza “Electrolux resterà in Italia, Porcia non chiuderà”, mentre al termine dell’incontro si è accorto che “Electrolux non ha presentato alcun piano industriale per Porcia e questo ci mette in allarme”.

Buonanotte, Ministro. Buonanotte, Governo Letta.

Annalisa Boccalon