Forza Italia dice no al Governo Renzi

gelmini e università

Forza Italia dice no al Governo Renzi

Dalle parti di Forza Italia, il possibile cambio di poltrona a Palazzo Chigi, è visto come fumo negli occhi. L’ipotetico governo Renzi è considerato da Berlusconi e dai suoi come un’ulteriore manovra che bypassa il volere dei cittadini. Per questo Palazzo Grazioli chiede chiarezza all’esecutivo e a Letta. “Alla luce degli accadimenti politici riferiti dagli organi di stampa e non smentiti dagli interessati in merito alla crisi extraparlamentare che si va delineando, con il segretario del partito Democratico Matteo Renzi già impegnato a individuare i nuovi ministri del suo nuovo governo, unitamente ad un programma politico da sottoporre ad eventuali alleati, è quanto mai doveroso che il Premier ancora in carica, on Enrico Letta, venga in Parlamento a riferire sulla situazione. È inaccettabile che questa crisi di governo non passi dall’Aula ma sopra la testa del Parlamento, nell’indifferenza generale e senza alcun rispetto per i cittadini che rappresentiamo e che meritano di sapere” afferma il parlamentare di Forza Italia Saverio Romano, intervenendo alla Camera.

Gelmini “Furbizie da prima Repubblica” –“Due maggioranze per un premier rischiano di essere troppe. Matteo Renzi ha calcolato sicuramente l’azzardo, ma lo stop improvviso alla legge elettorale per consentire l’esame di alcuni emendamenti è il primo segnale del duro negoziato che l’aspirante premier dovrà affrontare con la maggioranza di governo se vuole tenerla unita”. Lo scrive su Facebook Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario di Forza Italia alla Camera dei deputati. “Colpisce nella sua cavalcata verso palazzo Chigi una certa disinvoltura nel trattare su più tavoli. L’Italia non è la Gran Bretagna dove il partito vincitore cambia il premier a suo piacimento. In tanti ci ricordano ogni tre per due che siamo una Repubblica parlamentare e le crisi extraparlamentari sono state sempre giudicate una distorsione delle procedure, una ferita al Parlamento. Pare invece che Renzi, indicato come fondatore di una nuova Repubblica, non disdegni astuzie e furbizie della prima Repubblica”. “La staffetta, cioè la sostituzione di Letta con Renzi, diventa così un affare di famiglia. Il Pd non sfiducia Letta, per non mostrare un partito cannibale, ma gli dice garbatamente di farsi da parte e… avanti Renzi. Il tutto, si presume, con la benedizione del Quirinale. Il Parlamento, un tempo definito la casa degli italiani, diventa così spettatore di una partita giocata in barba a ogni regola”, conclude Gelmini.

 

 

Brunetta

 

Redazione