Sondaggio Swg: si rialza il M5S, cresce il PD e cala il centrodestra

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Sondaggio Swg: si rialza il M5S, cresce il PD e cala il centrodestra

Venerdì 26 settembre 2014 è stato pubblicato il sondaggio settimanale dell’Istituto Swg, che affianca, come sempre, le intenzioni di voto ad altri quesiti di attualità politica, ogni settimana differenti. Questa volta si parla di sciopero fiscale, leader politici mondiali, fiducia femminile in Berlusconi.

Innanzitutto analizziamo le variazioni di consenso ai principali partiti politici italiani. In questa rilevazione, avvenuta tra il 22 e il 24 settembre, si rialza il M5S e, in misura minore, cresce anche il Partito Democratico.

Infatti, il Movimento 5 Stelle, dopo il calo di quasi due punti della scorsa settimana, ne ha recuperato 1,8, riportandolo così ampiamente sopra la soglia del 20, precisamente al 21,5% di oggi. La diminuzione repentina della rilevazione precedente, che aveva sollevato alcune perplessità anche a noi che analizziamo i sondaggi – anche perché altri istituti avevano evidenziato una variazione di segno opposto – viene coperta altrettanto repentinamente nell’arco di pochi giorni.

Il PD sale di 6 decimi, che lo solleva al 37,6%, e cresce leggermente anche l’Italia dei Valori dallo 0,8% allo 0,9%. Rimanendo nell’area di centrosinistra – oggi ampia 43,2% (-0,4) dell’elettorato – SEL è dato al 2,7% (-0,4) e Rifondazione Comunista all’1,5% (-0,4); altre sigle minori nel complesso raccolgono mezzo punto percentuale.

L’area di centrodestra vede un calo generalizzato per tutte le forze che gravitano attorno ad essa, a partire dal punto perso da Forza Italia, ora stimata al 15% delle intenzioni di voto. La Lega Nord si attesta sull’8,1%, registrando una variazione negativa dello 0,3, l’NCD sul 3,9% (-0,2) e Fratelli D’Italia al 3% (-0,2). Resta dell’1,1% la quota degli elettori di altri partiti di centrodestra.

Scelta Civica cresce di poco, ma con lo 0,9% (+0,1) resta comunque sotto il punto percentuale; chi sceglierebbe altri partiti non menzionati al di fuori di questi schieramenti sarebbe il 2,4% degli elettori italiani. In leggera diminuzione anche chi non esprime una intenzione di voto, oggi pari al 46,3%.

In un’altra scheda vediamo che la fiducia delle donne in Silvio Berlusconi è pari al 15%, ma questo dato non è particolarmente significativo se non confrontato anche con il dato maschile.

Leader mondiali – Riguardo, invece, il consenso degli italiani nei confronti dei principali leader di altri paesi esteri, in vetta alla classifica primeggia il presidente statunitense Barack Obama, che continua a riscuotere un’ampia fiducia del 58%. Segue, con un ampio distacco, la cancelliera federale tedesca Angela Merkel al 38% e il premier del Regno Unito David Cameron, al 30%. Riscuotono meno apprezzamenti il primo ministro giapponese Shinzō Abe (20%), il presidente russo Valdimir Putin (15%) e quello francese François Hollande (11%). Chiude la classifica il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping al 9%.

Sciopero fiscale – L’ultimo quesito va ad analizzare quanto gli italiani condividano la minaccia di sciopero fiscale delle regioni Lombardia e Veneto a seguito delle intenzioni del governo di tagliare le spese per la sanità. Si mostrano “del tutto d’accordo” il 19% e “d’accordo” il 32%: complessivamente, quindi, è una maggioranza del 51% ad appoggiare questa forma di protesta.

Il 24% è “in disaccordo“, mentre “del tutto in disaccordo” è il 12% degli intervistati. Coloro che non esprimono un giudizio in merito costituiscono il 13% degli italiani.