Influenza gennaio 2018: sintomi improvvisi e un milione di casi. Il bollettino

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Influenza gennaio 2018: sintomi improvvisi e un milione di casi. Il bollettino

I pronostici dei medici, sfortunatamente, si rivelano reali. Il virus influenzale, di cui avevamo già parlato in articoli precedenti, ha messo a letto oltre 1 milione e 400 mila italiani. Nell’ultimo bollettino Influnet si parla di un ‘brusco aumento, alimentato soprattutto dalle classi di età pediatrica. La curva delle sindrome influenzali continua la sua ascesa dopo aver superato, nella 49.ma settimana, il valore soglia di 2,57 casi ogni mille assistiti, che determina l’inizio del periodo epidemico’.

Influenza gennaio: regioni maggiormente colpite

Il valore dell’incidenza totale è pari a 6,39 casi ogni mille assistiti, contro i 4,26 casi della precedente settimana. Ad essere più colpiti, i bambini dai 0 a 4 anni, con 18,91 casi su mille assistiti. Segue la fascia di età che va dai 5-14 anni (12,65 casi per mille), poi quella dai 15-64 anni (5,43/mille) e, per ultima, quella degli over 65 anni (2,78). Tra le Regioni più coinvolte il Piemonte, il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio e la Calabria.

Influenza gennaio 2018: sintomi improvvisi e un milione di casi. Il bollettino

Ma a differenza di quanto sostenuto precedentemente dagli epidemiologi, il picco della diffusione non sarebbe ancora stato raggiunto. Secondo le nuove stime, dovrebbe toccarsi in coincidenza con l’Epifania. Tra i sintomi principali: febbre alta, brividi di freddo, tosse, mal di gola, raffreddore, dolori articolari, mal di testa, riduzione dell’appetito, astenia. In alcuni casi, questi sono associati anche a vomito e diarrea, soprattutto tra i bambini.

Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, spiega che anche se ci troviamo “in zona Cesarini”, può essere ancora preventivo vaccinarsi. “Occorrono un paio di settimane affinché il vaccino diventi protettivo. E se si ha già il virus in incubazione non c’è niente da fare. Ma visto che il picco non è ancora stato raggiunto, comunque chi si vaccina potrebbe ancora fare in tempo ad evitare il contagio”. Continua l’esperto: “Inutile prendere gli antibiotici. Si tratta di una patologia di origine virale. Dunque l’antibiotico è inefficace. A meno che non insorgano complicanze che lo richiedano. Ma, in ogni caso, deve essere un medico a prescriverlo, valutando se sia davvero necessario”.

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