Reddito di cittadinanza: M5S ferma tutto, nessun fondo nel Def

Reddito di cittadinanza M5S ferma tutto nessun fondo nel Def

Reddito di cittadinanza: M5S ferma tutto, nessun fondo nel Def

Tridico ha spiegato come rendere sostenibile la misura dal punto di vista dei conti del bilancio dello Stato. A poca distanza dall’articolo del ministro al lavoro e welfare del possibile governo del Movimento 5 Stelle Professor Pasquale Tridico reddito ecco un’altra novità. Il quotidiano Il Messaggero annuncia che la proposta resterebbe fuori dal Def, ovvero del Documento Economico Finanziario.

Reddito di cittadinanza, fuori dal rapporto deficit/Pil

Il motivo sta nel fatto che proprio stando all’impostazione illustrata dal professor Tridico diventa un bacino di risorse che si autofinanzia. Cosi sarebbe slegato il più possibile dal rapporto deficit/Pil, ed è pensato come strettamente interdipendente dagli investimenti produttivi dello Stato nei settori a più alto ritorno occupazionale. C’è chi però individua analogie tra il reddito di cittadinanza proposto in campagna elettorale dai 5 Stelle e le misure di contrasto alla povertà già introdotte dagli ultimi governi.

Reddito di cittadinanza e reddito di inclusione

Infatti più precisamente molti accostano il reddito di cittadinanza al reddito di inclusione. Quest’ultimo, a pieno regime, riguarderà 2,5 milioni di famiglie. Il reddito di cittadinanza avrebbe un impatto su 2,7 milioni di persone. Una platea simile anche dal punto di vista numerico. Le differenze tra le due misure consisterebbe, secondo quanto è dato sapere, nel soggetto preposti a gestire la misura. Se cosi fosse si passerebbe dai Comuni che gestiscono il reddito di inclusione di centri per l’impiego chiamati a gestire la misura del reddito di cittadinanza.

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Reddito di cittadinanza, altre misure in testa al M5S

Il Parlamento dovrà approvare entro il prossimo 10 aprile il Documento di economia e finanza (DEF). Nel frattempo secondo voci e indiscrezioni il Movimento 5 Stelle starebbe valutando la possibilità di proposte grazie a cui ricercare la convergenza di altre forze parlamentari come il PD. Si parla di un possibile ritorno della concertazione nella politica industriale, il salario minimo, la riduzione dell’orario di lavoro alle stesse condizioni salariali

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