Italiani emigrati in Europa, più occupazione soprattutto per i laureati

Italiani emigrati

Italiani emigrati in Europa, più occupazione soprattutto per i laureati

E’ soprattutto per gli italiani che a quanto pare emigrare in Europa significa trovare occasioni maggiori per l’occupazioni. Non è cosa scontata in realtà. Non è per tutti così.

Eurostat esamina le diverse condizioni lavorative e non solo della popolazione autoctona di un Paese e dei connazionali che invece vivono nella UE.

Ebbene, i tassi di occupazione della maggiore degli emigrati è minore di quella dei connazionali rimasti in patria. E’ così per tedeschi, inglesi, olandesi. Si tratta naturalmente di percentuali molto alte, quasi tutti lavorano, soprattutto nella fascia centrale di età tra i 25 e i 54 anni.

Ma spesso un tedesco o un inglese che vive all’estero nella UE è coniuge di qualcuno che si è spostato per lavoro e non ha una propria occupazione, e questo accade più di quanto succeda nel proprio Paese.

E un po’ sorprendentemente questo accade anche per rumeni e bulgari, che emigrano molto.

Non è così per italiani, spagnoli greci. E’ tra questi che si trovano le maggiori differenze tra il tasso di occupazione degli emigrati, al 80,7% nel nostro caso e quello di chi è rimasto, al 69,4%. L’Italia è il terzo Paese per gap tra i due tassi di occupazione. Dopo Grecia e Spagna, appunto.

Un gap di 11,3 punti nel 2017. Era del 4,1% nel 2008. Di fatto tra gli emigrati gli italiani non si distinguono molto rispetto alle altre nazionalità, lavora più dell’80%. A fare la differenza è l’alto livello di inattività tra chi vive in Patria.

Lo si vede di seguito, in arancione i tassi d’occupazione degli emigrati, in grigio quelli dei connazionali in Patria.

Italiani emigrati, ai primi posti per gap soprattutto tra giovani e laureati

Insomma, il mondo degli emigrati è molto diverso da quello in Patria. Soprattutto per gli italiani.

E’ ancora più evidente nel caso dei più giovani. Il gap tra le occupazioni dei due Paesi era del 23,5% per l’Italia nel 2017, il quarto più alto in Europa. Nel 2008 eravamo ottavi.

 

L’Italia si distingue dagli altri Paesi in queste statistiche soprattutto quando si parla di laureati.

Tra cui il gap dei tassi di occupazione è del 3,9%, il quarto totale. Ovvero i laureati italiani si differenziano in base al fatto che siano in patria o all’estero molto più di quanto facciano gli altri Paesi.

Tra i diplomati siamo più in media, il gap per quanto maggiore è il decimo maggiore, tra chi ha titoli inferiori è ancora più grande ma è solo dodicesimo, a metà classifica.

E’ ovvio infatti che se qualcuno con licenza elementare o media emigra lo fa per trovare lavoro. E quindi tra coloro che in questa condizione vivono in altri Paesi d’Europa i tassi di occupazione sono maggiori che tra quelli che con lo stesso titolo sono rimasti in Italia. Tra cui vi sono per esempio molte casalinghe.

Ma quello che ci interessa è il confronto tra Italia e altri Paesi, se il nostro gap, grosso o piccolo che sia, è maggiore o minore di quello di altri Paesi.

E in effetti come si vede si distanza di più da quello degli altri Stati proprio tra chi ha il titolo di studio maggiore

 

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