I 50 anni di Michael Schumacher. Una vita in rosso

I 50 anni di Michael Schumacher. Una vita in rosso. Il 3 gennaio 1969 nella cittadina di Hürth, situata nella Renania Occidentale…

I 50 anni di Michael Schumacher Una vita in rosso
I 50 anni di Michael Schumacher. Una vita in rosso

Il 3 gennaio 1969 nella cittadina di Hürth, situata nella Renania Occidentale in Germania, nasceva la leggenda Michael Schumacher. Mezzo secolo di vita per uno dei campioni di Formula 1 più forti della storia, costretto a letto dal 2013 a causa di un incidente occorsogli mentre sciava.

Ma nessuno dimenticherà mai tutto quello che ha fatto su quella monoposto targata Ferrari, che l’ha visto dominare incontrastato per tanti anni facendo letteralmente innamorare milioni e milioni di tifosi e semplici appassionati. Schumacher tutt’oggi detiene un sacco di record in Formula 1, fra i quali citiamo i sette titoli mondiali, il maggior numero di Gran Premi vinti (91), di giri veloci (77) e di hat-trick, ossia pole position, vittoria in gara e giro più veloce nello stesso GP.

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La carriera di Michael Schumacher in Formula 1

La sua carriera in Formula 1 comincia nel lontano 1991 a bordo della mitica Jordan, con la quale fa il suo esordio nel GP del Belgio a Spa, dove è costretto però al ritiro. La gara successiva a Monza lo vede andare a punti per la prima volta, grazie al 5° posto finale nel GP italiano. Trasferitosi successivamente alla Benetton, con gli inglesi corre fino al 1995, andando a podio per la prima volta in Messico e vincendo la prima gara in Belgio, tutto nel 1992. Conquista infine ben due mondiali di fila, nel 1994 e nel 1995.

Nel 1996 arriva la chiamata irrinunciabile della Ferrari. Con il Cavallino Rampante saranno undici stagioni ricchissime di successi personali e, ovviamente, di squadra. Nella prima stagione in rosso ottiene tre vittorie e un 3° posto finale nel mondiale. L’anno successivo, a causa di un incidente, ritenuto volontario, con Jacques Villeneuve e avvenuto a Jerez nella gara decisiva valida per l’assegnazione del titolo iridato, la FIA lo squalifica successivamente dalla classifica piloti.

Il primo titolo con la Ferrari arriva soltanto nel 2000. Da lì in poi un dominio totale. Cinque mondiali di fila tra il 2000 ed il 2004 che lo hanno consacrato, probabilmente, come miglior pilota nella storia di F1. Nessuno come lui. Durante gli ultimi due anni di Ferrari, ottiene rispettivamente un 3° e un 2° posto per poi ritirarsi al termine della stagione 2006.

Schumacher, però, decide di tornare a gareggiare con la Mercedes a 41 anni nel 2010. Con la casa tedesca corre tre campionati a livelli sufficienti, seppur senza mai acuti, ottenendo un 9°, un 8° e un 13° posto nel mondiale piloti, senza mai vincere e ottenendo un solo podio a Valencia, nel 2012.

Il tremendo incidente sugli sci di Michael Schumacher

Un anno dopo dal ritiro definitivo, precisamente la mattina del 29 dicembre 2013, sulle nevi francesi di Méribel, Schumacher si schianta in discesa con gli sci durante un fuori pista. Le sue condizioni son da subito critiche e disperate, con danni gravissimi al cranio causati anche da una videocamera presente sul casco.

Il pilota tedesco lotta per tanto tempo tra la vita e la morte, riuscendo alla fine a sopravvivere, rimanendo però in uno stato semi-vegetativo dopo aver passato addirittura sei mesi in coma successivamente all’operazione neurochirurgica. Dimesso quasi nove mesi dopo l’incidente dall’ospedale di Grenoble, prosegue la terapia riabilitativa nella sua casa di Gland, in Svizzera.

Nelle ultime settimane sono trapelate alcune indiscrezioni secondo le quali il pilota starebbe meglio e non sarebbe più costretto a rimanere obbligatoriamente a letto. In tutto questo tempo le sue condizioni son rimaste sempre molto riservate, con la famiglia che lo ha sempre protetto e gli è stata accanto in questi anni bui e complicati sotto tutti i punti di vista.

Oggi, in occasione di questo importante traguardo, la famiglia ha fatto sapere che Schumacher si trova nelle migliori mani e che la famiglia sta facendo di tutto per poterlo aiutare umanamente. In tutto questo resta la storia mitica, leggendaria, di un campione a tutto tondo che per tanti anni ha regalato emozioni uniche e forse addirittura irripetibili a milioni di persone, soprattutto alla Ferrari e a noi italiani.

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