Matteo Salvini indagato per la Sea Watch: “Porti rimarranno chiusi”

Da Monza il vicepremier annuncia di essere indagato con l’accusa di sequestro di persona per il caso Sea Watch. E agli alleati dice: “Sui confini decido io”

Matteo Salvini indagato per la Sea Watch: “Porti rimarranno chiusi”

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini è nuovamente indagato per sequestro di persona. Ad annunciarlo è lo stesso leader della Lega durante l‘inaugurazione della nuova questura di Monza.

“La Procura distrettuale della Repubblica di Catania mi comunica che ha trasferito al Tribunale per i reati ministeriali gli atti del procedimento penale nei miei confronti per sequestro di persona. Ci risiamo” commenta.

I fatti contestati al capo del Viminale fanno riferimento alla scelta del governo, nel gennaio scorso, di non autorizzare lo sbarco della Sea Watch 3. La nave, con a bordo 47 migranti, rimase per giorni a largo delle coste di Siracusa prima di poter attraccare nel porto di Catania il 31 gennaio.

Contro Matteo Salvini era già stata formulata l’accusa di sequestro di persona, in riferimento al caso della nave Diciotti. Ma, in quell’occasione, la richiesta di rinvio a giudizio fu bloccata dalla mancata autorizzazione votata al Senato il 20 marzo scorso.

Per il ministro dell’Interno le responsabilità del caso della Sea Watch 3 sono da imputare alla Ong. “È la nave olandese che è intervenuta in acque libiche – ha spiegato-. Se n’è fregata dell’alt e delle indicazioni del governo olandese di andare in Tunisia e ha messo a rischio la vita delle decine di migranti a bordo per arrivare in Italia con un gesto politico”.

E ha aggiunto: “Sono arrivati in Italia, li abbiamo curati e li abbiamo fatti sbarcare e abbiamo lavorato per redistribuirli. Il risultato è che c’è un procedimento penale nei miei confronti“.

Insieme agli atti relativi al procedimento, il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha già presentato una richiesta di archiviazione.

Matteo Salvini: “Finché sono ministro io i porti restano chiusi”

Durante l’incontro con i giornalisti, il vicepremier ha fatto il punto anche su alcune posizioni assunte dagli alleati di governo.

I colleghi ministri possono dire quello che vogliono, ma finché faccio io il ministro i porti in Italia rimangono chiusi – ha spiegato Salvini -. Se il ministro Di Maio e Trenta la pensano diversamente me lo dicano in Cdm e faremo una sana e franca discussione“.

La risposta del ministro dell’Interno è in riferimento alle posizioni assunte dai due ministri Cinque Stelle sul tema dell’immigrazione. Da un lato, il vicepremier Di Maio ha bollato come “temporanea” la decisione di chiudere i porti. Dall’altro, il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha messo in guardia la Lega dalle conseguenze che il riaccendersi degli scontri in Libia potrebbero avere sul nostro Paese.

“In questa fase il pericolo che possano aumentare gli sbarchi è assoluto, è vero – ha spiegato ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital-. In caso di una nuova guerra non avremmo migranti ma rifugiati. E i rifugiati si accolgono“.

E ha aggiunto: “Oggi vedo che la Lega e qualche movimento di estrema destra sono partiti all’attacco della sottoscritta. Posso invitarli tutti da me, al ministero, così gli spiego un po’ di diritto internazionale e magari capiscono cosa possono produrre i loro toni aggressivi sulla Libia“.

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