Conad compra Auchan, ultime notizie: sindacati chiedono garanzie

Conad compra Auchan: sindacati preoccupati della cordata di imprenditori dietro al marchio ma anche dal rischio di chiusura per molti punti vendita

Conad compra Auchan, ultime notizie: sindacati chiedono garanzie
Conad compra Auchan, ultime notizie: sindacati chiedono garanzie

Risale a metà maggio l’accordo con cui Conad ha acquisito la quasi totalità dei punti vendita Auchan. Si parla di circa 1.600 negozi distribuiti su tutto il territorio nazionale (non sono compresi 33 supermercati gestiti da Auchan in Sicilia e 50 drugstore con marchio Lillapois). Valore stimato dell’operazione che corre in parallelo all’acquisto della catena Simply: una cifra compresa tra i 700 milioni e il miliardo di euro.

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Conad compra Auchan: leader del mercato

Con l’acquisizione pressoché totale delle attività di Auchan Italia, Conad arriverà a controllare il 19% del mercato retail nazionale; prima della transizione era al 13%. Infatti, Auchan controllava una quota di mercato pari al 6% con un giro d’affari che nel 2018 ha sfiorato i 4 miliardi di euro. Dunque, il gruppo che nascerà dopo l’acquisizione potrebbe generare proventi per 17 miliardi di euro all’anno secondo le previsioni, considerando che l’anno scorso Conad ha fatturato ricavi per quasi 13 miliardi e mezzo grazie ai suoi oltre tremila punti vendita. Posto questo, chiaramente è atteso il parere dell’Antitrust che dovrà valutare l’esistenza di un eventuale “abuso di posizione dominante”.

Cosa succederà ai 18mila dipendenti Auchan?

Forte la preoccupazione mostrata dai sindacati per la maxi-operazione che per forza di cose coinvolgerà i 18mila lavoratori di Auchan. Hanno saputo dell’acquisizione giorno 14 maggio con una lettera firmata dallo stesso presidente di Auchan Edgard Bronte in cui si precisava come “le nostre attività hanno vissuto difficoltà significative a partire dalla crisi del 2011”.

Secondo incontro Mise-sindacati

Per precisione bisogna dire che sarà la Newco Bdc Italia – al 51% partecipata della Conad e al 49% da Wrm Group di proprietà del finanziere Raffaele Mincione – a concludere l’acquisizione. Proprio la partecipazione all’operazione di questo gruppo è stata avvertita dai sindacati come un pericolo concreto in chiave occupazione già il 28 maggio quando c’è stato un primo incontro sulla questione al Mise. Oggi 20 giugno 2019, dopo il secondo incontro con i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, dai sindacati si è ribadito che “dietro al marchio Conad ci sono decine di imprenditori tra cui si individuano luci e ombre, soprattutto nel rispetto della contrattazione e delle relazioni sindacali”.

A questo bisogna aggiungere che, rilevano sempre le maggiori sigle sindacali, manca ancora un piano industriale preciso insieme alle opportune garanzie rispetto al perimetro dei punti vendita, dunque, del mantenimento degli attuali posti di lavoro. Il timore è che numerosi punti vendita siano a rischio “sovrapposizione”: in pratica, potrebbero esserci delle chiusure e di conseguenza molti esuberi.

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