Donald Trump impeachment: una cronistoria (ottobre 2019)

La procedura di impeachment contro Donald Trump va avanti, dopo essere stato messo in stato d’accusa dal Congresso. Qui, una cronistoria (ottobre 2019)

Impeachment Trump ultime notizie: verso una seconda assoluzione?
Donald Trump impeachment: una cronistoria (ottobre 2019)

Articolo di Luca Maragna de “l’Osservatore Repubblicano”

La procedura di impeachment contro Donald Trump va avanti, dopo essere stato messo in stato d’accusa dal Congresso. In questo reportage a puntate fornito da Luca Maragna de “l’Osservatore Repubblicano”, si mostra la prospettiva del GOP in merito a uno degli eventi politici più importanti dell’anno.

Qui, la prima parte del reportage (con la narrazione degli eventi occorsi tra luglio e settembre del 2019).

Qui, le relazioni tra la famiglia Biden e l’Ucraina.

Infine, in questo altro articolo d’approfondimento, le possibili interferenze da parte dell’Ucraina nelle elezioni presidenziali del 2016.

Cronistoria dell’impeachment a Donald Trump: ottobre 2019

26 settembre – 31 ottobre – Le successive udienze dopo quella di Maguire del 26 settembre sono state fatte rigorosamente a porte chiuse.

Essendo l’Impeachment uno dei procedimenti più invasivi della democrazia, in quanto consiste nella rimozione di un presidente eletto e nel ribaltamento del risultato delle elezioni, i cittadini dovrebbero avere il diritto di sapere. Inoltre dalle udienze a porte chiuse i democratici hanno fatto filtrare informazioni selezionate che confermassero la loro narrativa anti-trump. Le udienze a porte chiuse costituiscono una palese violazione del diritto al Presidente ad avere un giusto processo oltre a impedire ai repubblicani di citare testimoni:

Impeachment contro Donald Trump: la cronistoria (ottobre 2019)

04 ottobre 2019 – tra le udienza a porte chiuse alla Camera dei Rappresentanti in questa data vi è stata quella delI’ispettore generale della comunità di intelligence, Michael Atkinson.

08 ottobre 2019 – la Casa Bianca invia una lettera alla Camera dei Rappresentanti, affermando che non collaborerà all’illegale, faziosa e incostituzionale procedura di impeachment dei democratici.

Da notare che:

L’inserimento della trascrizione telefonica in un server su un sistema informatico separato dal sistema della Casa Bianca per le informazioni classificate è alla base dell’accusa di copertura e insabbiamento della telefonata tra Trump e il presidente ucraino. Il Presidente Obama ha fatto lo stesso come confermato da Susan Rice.

Inoltre si ricorda che i leakers, funzionari infedeli, da quando c’è Trump hanno fatto filtrare ai media molte informazioni che dovevano rimanere riservate come ad esempio le conversazioni telefoniche con il premier australiano e con quello messicano. Quindi l’Amministrazione Trump ha un serio problema di funzionari infedeli che giustificherebbe il ricorso a misure estreme di riservatezza.

Durante l’udienza a porte chiuse di venerdì 4 ottobre alla Camera dei Rappresentanti, l’Ispettore generale della comunità di intelligence, Michael Atkinson ha rivelato che l’informatore (whistleblower) oltre che essere registrato come un democratico ha avuto in passato delle collaborazioni con uno dei candidati democratici (lo stesso Joe Biden) in gara per le prossime elezioni presidenziali

Tutto questo avveniva mentre le telecamere dei media erano accese e il pubblico che ascoltava da casa quanto detto da Schiff poteva giungere a una sola conclusione: Trump è colpevole e quindi è giusta la procedura di impeachment.

Quando i repubblicani hanno contestato la falsità evidente della dichiarazione di Schiff, lui ha risposto che era solo una parodia, ma intanto era stata letta in diretta nazionale, mettendo in bocca al presidente frasi mai dette e ricordiamo che la trascrizione della telefonata era stata declassificata e resa pubblica in precedenza.

La contestazione della White House

Insostenibilità della procedura di impeachment senza regole e senza diritti per il Presidente e la minoranza repubblicana.

In merito alle udienze a porte chiuse, senza regole predeterminate, senza possibilità per la minoranza repubblicana di citare testimoni e per il presidente di avere un difensore il 25 ottobre è stato pubblicato sul Wall Street Journal un interessante editoriale scritto da Kimberley A. Strassel intitolato Behold the Lord High Impeacher nel quale analizza la strategia adottatta dai democratici nel procedimento di impeachment contro il Presidente Trump.

Dall’analisi delle pratiche e delle regole adottate dalle Commissioni della Camera interessate, in particolare il Comitato di Intelligence retto dal democratico Adam Schiff è emerso chiaramente la mancanza di trasparenza nel processo.

La Strassel confronta quanto avvenuto con il Russiagate, nel quale vi era stata un’inchiesta ufficiale da parte del Procuratore Speciale indipendente Robert Muller, e dal punto di vista congressuale vi erano state numerose udienze pubbliche. Alla fine nonostante i media e i democratici fossero sicuri della collusione tra Trump e la Russia (lo stesso democratico Adam Schiff, Capo della Commissione d’intelligence diceva che vi erano prove incontrovertibili della collusione, ma non è mai riuscito a presentarle!), la verità è venuta a galla scagionando il Presidente.

la trasparenza nelle udienze al Congresso e l’inchiesta del Procuratore Speciale Mueller che seguiva rigidamente la legge hanno distrutto la narrativa dei democratici che consisteva nella demonizzazione dell’avversario politico (Trump) colpevole di collusione con la Russia.

Come si è visto nell’attuale procedura di impeachment, invece manca la trasparenza, tra l’altro l’inizio della procedura di impeachment alla data di pubblicazione dell’articolo non è stato votato nemmeno dalla Camera dei Rappresentanti e questo a prima vista poteva attribuirsi alla paura di perdere le prossime elezioni per quei democratici che erano stati eletti in distretti elettorali in bilico tra repubblicani e democratici che a causa del voto all’impeachment avrebbero rischiato molto.

Ma il motivo come spiegato dalla Strassel è più oscuro, cioè con un voto formale la procedura deve essere incardinata secondo regole precise e trasparenti, mentre senza di quello le udienze dei testimoni nella procedura di impeachment portata avanti dalle commissioni può avvenire senza trasparenza e con regole che cambiano al bisogno, ostacolando i membri repubblicani delle commissioni.

Difatti è quello che sta avvenendo, e di cui la Casa Bianca si è lamentata nella lettera inviata l’8 ottobre e unito alle fughe di notizie selezionate e preparate dai democratici, la narrativa per la quale Trump è un corrotto e merita di essere rimosso dalla presidenza non ha nessun ostacolo.

A causa di questo al Senato il Leader della maggioranza repubblicana, il senatore Mitch McConnel e il senatore Lindsey Graham, Capo della Commissione Giustizia al Senato, si sono fatti promotori di una risoluzione, che dovrà essere votata, che condanna le modalità con la quali la procedura di impeachment viene gestita dai Democratici della Camera (un procedimento ingiusto, non trasparente e che non garantisce il giusto processo). Oltre ai 2 senatori altri 48 si sono espressi finora favorevolmente alla risoluzione per un totale di 50.

Le differenze tra gli ultimi due casi di impeachment: per Clinton (1998) e per Trump (2019)

Il senatore Lindsey Graham in una conferenza stampa a fine ottobre in vista della risoluzione sopra citata, ha messo in evidenza quanto avvenuto con l’impeachment del Presidente Clinton nel 1998:

Alla fine il senatore repubblicano ha fatto presente che attualmente nulla delle regole, dei diritti e quindi della collaborazione bipartisan dell’epoca è stata applicata nell’attuale procedura, configurandosi come non trasparente e faziosa.

Il Whistleblower e il Deep State

Il sito di inchieste RealClearInvestigations ha rivelato a fine ottobre il presunto nome del whistleblower, il funzionario della CIA Eric Ciaramella.

Oltre alle informazioni scoperte nei mesi precedenti (lavora alla CIA, ha lavorato alla Casa Bianca, ha lavorato per un candidato democratico alle presidenziali del 2020, cioè Joe Biden e che è un democratico registrato) si è scoperto che:

Caso strano la mail è finita ai media e questa notizia è circolata poi al Congresso nei giorni successivi ed è stata utilizzata come manleva per far partire un’indagine del Procuratore Speciale contro Trump. L’email di Ciaramella è stata citata in una nota a piè di pagina nel rapporto di Mueller (Pag. 71 del II volume (pag. 282 del pdf), nota a piè di pagina n. 468

Le trascrizioni sono entrate in possesso del Washington Post a inizio agosto 2017.

Il presunto whistleblower aveva accesso a tutte le informazioni fino alla sua cacciata dalla Casa Bianca nel giugno 2017 essendo stato oltre che nel Consiglio di Sicurezza nazionale, anche l’assistente del consigliere alla sicurezza nazionale McMaster.

McMaster è stato molto criticato per aver permesso ai funzionari del NSC (consiglio di sicurezza nazionale) dell’epoca di Obama di rimanere nella prima fase del mandato di Trump.

E a posteriori data l’alta presenza di fughe di notizie i critici di McMaster avevano ragione.

In tutta questa vicenda inoltre, la protezione nei confronti dell’informatore è avvenuta sia da parte dei democratici, che presumibilmente vogliono evitare che si scopra chi è e che gli vengano fatte domande che dei media che al posto di fare il loro lavoro e cercare di scoprire la verità, non hanno cercato in alcun modo di rivelare chi è l’informatore.

Sia Facebook che YouTube hanno eliminato qualsiasi post e video che parlasse di Eric Ciaramella e i media hanno glissato sull’argomento.

i democratici come il Capo della Commissione Adam Schiff ha dichiarato che il whistleblower ha un diritto statutario all’anonimato e pertanto il suo nome non può essere rivelato. Questa affermazione è falsa. L’unico che non può divulgare l’identità è l’ispettore generale della comunità d’intelligence senza il consenso del dipendente, a meno che l’ispettore generale non determini che tale divulgazione è inevitabile nel corso dell’indagine o se la divulgazione è fatta a un funzionario del dipartimento di giustizia responsabile della decisione se procedere con un’azione giudiziaria, e questa disposizione si qualifica come uno statuto alla fonte ai sensi della sottosezione (b) (3) della sezione 552 del titolo 5 (comunemente noto come “Freedom of Information Act”).

I suoi avvocati democratici, nel frattempo, hanno avvertito che la sua rivelazione avrebbe messo lui e la sua famiglia “in pericolo”, nonostante il personale di sicurezza del governo sia incaricato di proteggerlo.

Inizialmente i democratici volevano interrogarlo a porte chiuse al Congresso, ma dopo che si scoprì che l’ufficio di Adam Schiff aveva incontrato il whistleblower prima della denuncia e che questa informazione, cioè il contatto con membri/commissioni del Congresso non era stata comunicata nella denuncia anonima unita alle dichiarazioni false di Adam Schiff che aveva dichiarato che lui o il suo staff di non aver incontrato l’informatore, fece scemare l’intenzione dei democratici di interrogare il whistleblower.

Gli avvocati del whistleblower Mark Zaid e Andrew Bakaj alla rivelazione del nome del presunto informatore da parte di Realclearinvestigation non confermarono, né smentirono. Inoltre tali avvocati sono stati pesantemente criticati da Trump e dai repubblicani per le loro dichiarazioni a favore di un colpo di stato e dell’impeachment, fatte all’inizio del mandato di Trump.

Mark Zaida gennaio 2017 aveva twittato: “Un colpo di stato è iniziato! (contro Trump) Seguiranno molti passi, l’impeachment sarà l’ultimo.” A giugno 2017: “tra 45 anni potremmo ricordare storie dell’impeachment di Trump. Sarò vecchio, ma varrà la pena aspettare.” A luglio 2017: “prevedo che la CNN giocherà un ruolo nel non far finire il mandato a Donald Trump”

L’altro avvocato, Andrew Bakaj, aveva twittato nell’agosto del 2017 che Trump dovrebbe essere rimosso per incapacità tramite il 25° emendamento.

Un altro elemendo inquietante è che l’ex direttore ad interim della CIA durante la presidenza Bush, John McLaughlin ha dichiarato mercoledì 30 ottobre a un evento presso l’Hayden Center ad Arlington, Virginia.

Grazie a Dio per il Deep State e ai loro sforzi di rimuovere Trump (dalla presidenza). Questi funzionari stanno facendo il loro dovere e rispondono a una chiamata superiore” All’evento era presente anche John Brennan ex direttore della CIA sotto Obama, acerrimo nemico di Trump. Queste parole si commentano da sole.

Impeachment per Donald Trump: i sospetti su Ciaramella

Insomma il quadro che ne esce, se il nome venisse confermato, è che un un democratico che lavora alla CIA, nel 2017 ha cercato la prima volta di colpire Trump mettendo in moto, tramite la diffusione di false notizie, l’indagine da parte del Procuratore Speciale Robert Muller che alla conclusione delle indagini, utilizzando enormi risorse, non riscontrò nessuna collusione tra Trump e i russi.

Adesso per la seconda volta, la stessa persona sta attaccando nuovamente Trump, sempre tramite la diffusione di notizie e di seconda mano pergiunta (non è stato testimone diretto in quanto non è più alla Casa Bianca) che hanno messo in moto il procedimento di impeachment.

Ricordiamo, che prima della denuncia di inizio agosto, sono cambiate le regole per le denunce anonime nella comunità d’intelligence, permettendo denunce anche per informazioni di seconda mano. Se non era per questa modifica del regolamento, il whistleblower non avrebbe potuto effettuare la denuncia che ha dato l’avvio alla procedura di impeachment.

Si potrebbe pensare al cosiddetto Deep State che opera contro funzionari eletti, per mantenere la propria influenza e potere.

Molti repubblicani hanno definito quanto sta avvenendo un colpo di Stato.

28 ottobre 2019 – la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi annuncia, dopo le pressioni del Senato e dell’opinione pubblica, un voto formale sulla risoluzione per la procedura di impeachment per il 31 ottobre 2019.

31 ottobre 2019: la Camera approva la risoluzione per la procedura di impeachment 232 voti a favore contro 196. Due democratici si uniscono ai repubblicani.

Nessun repubblicano si è unito ai democratici per l’impeachment contro Trump (nel 1998 31 democratici si erano uniti ai repubblicani per l’impeachment contro Clinton).

È la prima volta che una procedura di impeachment è votata solo da un partito. Nessun voto bipartisan.

L’analisi della risoluzione

Dall’analisi della risoluzione approvata si evidenzia:

In definitiva le regole procedurali approvate non garantiscono al Presidente il diritto alla difesa e alla minoranza repubblicana la facoltà di citare testimoni (in quanto soggetti all’autorizzazione dei democratici).

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