Pensioni ultime notizie: età pensionabile 62 anni, il governo ci pensa?

Pensioni ultime notizie: e se dopo Quota 100 l’età pensionabile restasse a 62 anni, seppur con qualche condizione? Il governo, forse, ci ragiona su.

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Pensioni ultime notizie: età pensionabile 62 anni, il governo ci pensa?

Pensioni ultime notizie: Quota 100 resterà in vigore fino al 31 dicembre 2021, dal 1° gennaio 2022 quello che succederà sul fronte previdenziale resta attualmente un’incognita. Anche se le ultime indiscrezioni riportano di un’età pensionabile a 62 anni, ovvero il requisito anagrafico di Quota 100, ma con una forte penalizzazione sull’assegno pensionistico. Più precisamente, se il governo dovesse assecondare i sindacati sull’idea di poter andare in pensione a 62 anni, la conseguenza più diretta sarebbe una pesante penalizzazione sull’importo dell’assegno pensionistico. L’altra proposta su cui si sta ragionando è andare in pensione con 41 anni di contributi, anche qui, però, con penalizzazioni (eccetto se si appartiene a una categoria gravosa).

Pensioni ultime notizie: uscita a 62 anni resta?

Stando ai rumors riferiti da Il Messaggero, è possibile che il governo sia più propenso ad accettare una pensione a 62 anni di età con penalizzazione sull’assegno, piuttosto che una Quota 41 per tutti. La penalizzazione permettere di “pagare” la riforma, al punto che sarebbe il pensionato stesso a pagare la possibilità di pensione anticipata tramite la penalizzazione sul suo assegno. Ciò eviterebbe anche il crearsi dello scalone di 5 anni che si verrebbe a formare tra il 31 dicembre 2021 e il 1° gennaio 2022. Il punto interrogativo su questa idea riguarda il minimo di anni di contributi versati per poter accedere alla pensione.

A quanto ammonterebbe la penalizzazione

A ogni modo, qualsiasi sarà la riforma, il suo costo non dovrà gravare sulle casse dello Stato. L’ipotesi del taglio del montante contributivo potrebbe ammontare a una percentuale compresa tra il 2,8% e il 3% per ogni anno di anticipo (rispetto all’età pensionabile ordinaria). Considerando che il montante contributivo rappresenta quel fattore che serve al calcolo contributivo della pensione (a partire dal 1° gennaio 1996) la penalizzazione sull’importo non sarebbe affatto leggera (e servirebbe a pagare la riforma stessa). Un qui pro quo doloroso ma necessario, insomma, considerando che se qualcuno dovesse uscire a 62 anni (ovvero 5 anni prima degli ordinari 67 anni di età) il taglio sarebbe del 15%.

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