Pensione di invalidità: aumento non per tutti, a chi non spetta

L’incremento dell’importo della pensione di invalidità non spetta a tutti: ci sono infatti alcuni casi di esclusione. Ecco a chi non spetta l’aumento.

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Pensione di invalidità: aumento non per tutti, a chi non spetta

L’aumento della pensione di invalidità ha suscitato molto interesse nelle scorse settimane. È bene sapere infatti che l’incremento degli importi non riguarda tutti indiscriminatamente, che insomma l’aumento non spetta a tutti. Si tratta di un aumento importante, sancito direttamente da una sentenza della Corte Costituzionale, che porta l’importo dell’assegno dai precedenti 285,66 euro agli attuali 651,21 euro. La percezione del reddito di cittadinanza può influenzare la legittima erogazione dell’assegno di invalidità, ma a partire da settembre l’aumento ci sarà, anche se non per tutti, come istituito dal decreto agosto, che ha istituito un apposito fondo.

Aumento pensione di invalidità: a chi non spetta

Per ottenere l’aumento dell’importo relativo all’assegno di invalidità civile è necessario non superare la soglia dei 8.442,85 euro annui. In questo caso l’importo sarà aumentato con la cifra sopra detta, e portato quindi a 651,51 euro mensili.

Nel computo del reddito annuo i cui limiti sono da non superare se si vuole avere diritto all’incremento, sono inclusi i redditi da lavoro dipendente o assimilato, i redditi derivanti da lavoro autonomo e occasionale, nonché da pensioni ai superstiti, oltre ai redditi tassabili ai fini Irpef.

Nel computo del reddito annuo non concorrono invece gli importi derivanti da pensioni di invalidità, nonché le rendite di immobili destinati a finalità abitativa, l’indennità di accompagnamento e le pensioni di guerra.

Ovviamente, come abbiamo già scritto in questo articolo, l’aumento non spetta neppure a chi ha un tasso di invalidità inferiore al 100%: ciò significa che i soggetti che presentano un tasso di invalidità compreso tra il 74% e il 99% non avranno diritto all’incremento. Per loro l’importo dell’assegno resta fermo a 285,66 euro mensili.

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