Licenziamento dipendente: ecco quando è vietato dalla legge

Licenziamento dipendente: ecco quando è vietato dalla legge

Licenziamento dipendente: ecco quando è vietato dalla legge

Più volte ci siamo soffermati sull’argomento del licenziamento dipendente, ovvero il recesso unilaterale da parte del datore di lavoro, attraverso cui si interrompe anzitempo il rapporto di lavoro con uno o più lavoratori. Qui di seguito, onde evitare ogni possibile dubbio in merito, vogliamo porre l’attenzione sulle ipotesi per le quali il licenziamento dipendente è vietato espressamente dalle norme del diritto del lavoro. Facciamo chiarezza.

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Licenziamento dipendente vietato: il contesto di riferimento

Come abbiamo già notato altrove, le regole in tema di licenziamento sono piuttosto rigorose e prevedono ipotesi tassative in cui può scattare il citato recesso unilaterale. In altre parole, la legge non ammette un generico diritto di licenziare, per i motivi più disparati, se non addirittura futili. Deve almeno sussistere un valido motivo, ossia o ragioni tecnico/produttive/organizzative dell’azienda, oppure deve essere stato commesso un illecito disciplinare, da parte del lavoratore che si intende mandare via.

Ma non solo: il licenziamento dipendente va reso noto al diretto interessato, in forma scritta, con una lettera ad hoc ben motivata. E in caso di licenziamento per ragioni disciplinari, la legge garantisce al lavoratore di potersi difendere dalle accuse mosse nei suoi confronti, come abbiamo già notato qui.

Non bisogna dimenticare che frequentemente le condotte che portano al licenziamento dipendente di ambito disciplinare trovano espressa menzione nel CCNL di riferimento o anche nel regolamento aziendale. Assai diverse le situazioni, intollerabili da parte dell’azienda, che danno luogo al licenziamento disciplinare: tra esse, a titolo d’esempio, ricordiamo qui la falsa malattia, lo scarso rendimento e il mobbing nei confronti di uno o più colleghi.

Non soltanto è previsto il rispetto delle regole per licenziare qualcuno, ma anche la legge vigente illustra alcune specifiche ipotesi nelle quali non si può dar luogo al licenziamento dipendente, e se invece così fosse, il giudice – in caso di contestazione – dovrebbe dichiararlo nullo – ovvero come mai avvenuto – con provvedimento. Di nullità del licenziamento si parla anche nei casi di comunicazione orale dello stesso o di assenza dei validi motivi che lo rendono necessario. Vediamo dunque quando il licenziamento dipendente è vietato dalla legge.

Quando il licenziamento è vietato dalle norme in materia

A questo punto, ricostruiamo schematicamente il quadro in cui il licenziamento dipendente è vietato esplicitamente dalla legge e dalle norme del diritto del lavoro, tanto che se fosse comunque deciso, sarebbe da considerare nullo e quindi improduttivo di effetti:

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Concludendo, si può ben notare come la materia del licenziamento sia dettagliatamente regolata dal legislatore, onde evitare ipotesi di recesso senza adeguata giustificazione o comunque pregiudizievole di quelli che sono i diritti del lavoratore.

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