Aumento stipendio docenti: l’ipotesi ARAN per il rinnovo del contratto scuola
Potrebbero arrivare già dal 2026 gli aumenti in busta paga per docenti e personale ATA previsti dal rinnovo del contratto scuola 2022-2024. Le trattative all’ARAN tra amministrazione e sindacati sono entrate in una fase decisiva, con una proposta che prevede incrementi medi da 105 a 177 euro mensili per gli insegnanti, e da 82 a 186 euro per il personale amministrativo.
L’intesa, ancora da ratificare, includerebbe anche la retroattività degli arretrati a partire dal 1° gennaio 2024, e una revisione della retribuzione tabellare per tutte le fasce di anzianità. Il presidente dell’ARAN, Antonio Naddeo, ha confermato che l’obiettivo è chiudere il rinnovo entro fine anno.
Le nuove tabelle retributive: quanto guadagneranno gli insegnanti dall’aumento stipendio
Secondo la bozza presentata all’ARAN, le nuove tabelle stipendiali porterebbero un adeguamento progressivo per ogni grado di istruzione.
Per la scuola dell’infanzia e primaria, la retribuzione annua passerebbe da 22.364 euro per i neoassunti fino a oltre 32.300 euro per chi ha più di 35 anni di servizio.
Nella secondaria di primo grado (inclusi gli insegnanti di educazione fisica), la forbice salirebbe da 24.000 a 35.800 euro lordi.
Per la secondaria di secondo grado, i docenti diplomati si attesterebbero tra 22.300 e 33.300 euro, mentre i laureati raggiungerebbero fino a 37.600 euro annui.
Gli aumenti, se confermati, consoliderebbero la base retributiva già aggiornata con gli ultimi rinnovi contrattuali e inciderebbero direttamente sul calcolo del trattamento economico fisso, comprensivo di tredicesima e progressioni di carriera.
Le reazioni dei sindacati: “Servono più coraggio e risorse”
La proposta economica dell’ARAN non ha però convinto pienamente i sindacati.
La FLC CGIL ha definito “modesti” gli incrementi prospettati, ricordando che oltre il 60% delle somme sarebbe già stato anticipato. L’aumento effettivo medio in busta paga, spiegano, si tradurrebbe in circa 47 euro lordi al mese, a fronte di un’inflazione che nel triennio 2022-2024 ha eroso fino al 16% del potere d’acquisto.
Anche la Uil Scuola Rua e la Gilda degli Insegnanti chiedono risorse aggiuntive, detassazione degli aumenti e un impegno politico nella prossima Legge di Bilancio per garantire aumenti reali e non simbolici.
“La scuola non può restare il fanalino di coda della Pubblica Amministrazione”, ha dichiarato il coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana. “A parità di titolo di studio guadagniamo fino al 30% in meno rispetto ad altri settori pubblici.”
Aumento stipendio docenti: verso la chiusura del contratto e la Manovra 2026
Secondo le anticipazioni, il governo e i ministri Zangrillo e Valditara puntano a chiudere l’accordo entro novembre, così da includere in Manovra 2026 le risorse per il pagamento degli arretrati e l’avvio delle nuove retribuzioni.
In discussione anche un bonus una tantum da 142 euro lordi, oltre alla possibilità di utilizzare i 240 milioni di euro già stanziati dal Ministero dell’Istruzione per rafforzare la parte economica del contratto.
Le prossime settimane saranno in ogni caso decisive. Se l’intesa verrà confermata, il nuovo aumento stipendio docenti potrebbe essere visibile in busta paga già a partire dai primi mesi del 2026, con arretrati riconosciuti per il biennio precedente.
Nel frattempo, resta aperto il dibattito sul divario con l’Europa: secondo l’ANP, gli stipendi degli insegnanti italiani restano scandalosamente bassi rispetto alla media UE, mentre il rapporto Eurydice 2023/2024 parlava di 43.000 euro lordi annui percepiti da un insegnante italiano a fine carriera contro gli oltre 82.000 euro di un collega tedesco. Un divario che, anche con questi aumenti, non potrà dirsi ancora colmato.