Il Megafono di Bersani

rosario crocetta sicilia

Il suo nome ai più dice ben poco, ma il Megafono-Lista Crocetta può essere la vera sorpresa delle prossime elezioni del 24-25 febbraio

Presente solamente al Senato in Sicilia la lista Megafono è la lista direttamente collegata al movimento del neoeletto presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, che in poco più di 3 mesi ha messo a soqquadro le logiche della politica siciliana, dapprima sbaragliando gli avversari alle elezioni grazie al sempre confermato laboratorio politico siciliano , dove Pd e Udc vanno insieme anticipando le mosse nazionali Bersani-Monti, poi creando la giunta più svincolata dai partiti che la storia siciliana ricordi , cosa che ha mandato in bestia notabili e potenti capicorrente del Partito Democratico (il partito di Crocetta).

Dalle elezioni di ottobre uscì fuori un Parlamento Siciliano frastagliato e senza una maggioranza a sostegno del governo, Crocetta non si è perso assolutamente d’animo e fra un sostegno esterno della folta pattuglia del Movimento 5 stelle e un avvicinamento di un deputato oggi e un deputato domani, oggi all’ARS vi è una maggioranza assoluta per il governatore siciliano
Eletto con il dubbio dell’inciucio di un patto nascosto con Lombardo e Miccichè, il governo Crocetta si è caratterizzato fin da subito in netta discontinuità dal suo predecessore, tagliando tutti i ponti, eliminando le svariate consulenze e gli strapagati dirigenti esterni che hanno caratterizzato gli anni di governo Lombardo e che di certo non hanno brillato per efficienza andando a vedere i dati sulla spesa dei fondi UE per la Sicilia.


Ha creato una giunta quanto più a sua immagine e somiglianza, facendo capire a tutti che sarebbe stato lui a tenere le carte in mano e non i partiti che lo hanno sostenuto; proprio questo piglio iniziale ha affascinato dapprima tanti amministratori locali e semplici cittadini, che in campagna elettorale guardavano con curiosità l’ex sindaco di Gela, cominciando ad ingrossare le fila degli estimatori del Presidente e del suo movimento, guidato a Palermo dalla giovanissima assessore regionale alla Pubblica Istruzione e Formazione Professionale Nelli Scilabra.
Arrivavano i Sindaci (tantissimi in tutta l’isola), ma non c’era la maggioranza in assemblea regionale, a quella ci hanno pensato alcuni politici di lungo corso, come l’ex Ministro Cardinale, che hanno intavolato trattative con deputati provenienti da diverse formazioni , arrivando a smembrare totalmente il gruppo Grande Sud (che passa da 5 a 1) e indebolendo gruppi come MPA-PDS dell’ormai arci nemico Raffaele Lombardo e togliendo deputati al Cantiere Popolare di Saverio Romano e alla Lista Musumeci, del principale competitor Nello Musumeci.

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Crocetta ha continuato la sua azione di governo bloccando il MUOS , le antenne americane dannose per la salute, facendo ruotare i funzionari degli assessorati più chiacchierati , revocando appalti alle aziende in odor di mafia, denunciando alla procura questioni spinose legate alla sanità, raccogliendo sempre più consensi fra la gente.
Oggi Crocetta e il suo scudiero Lumia , capolista del Megafono-Lista Crocetta, sono i più ricercati in tutta l’isola: non c’è Sindaco o Amministratore che non chieda un incontro col Senatore (Lumia) o col Presidente (Crocetta) , si moltiplicano le aperture dei circoli del Megafono in tantissime cittadine siciliane, base e sostegno necessario per la rivoluzione di cui la Sicilia ha bisogno.
I sondaggisti a livello nazionale non hanno dato molto spazio al Megafono, ma girando per le strade della Vucciria di Palermo o del mercato del pesce di Catania sono sempre più le persone che dicono “Io voto pi Crocetta, picchì un si scanta di nuddu” (Io voto per Crocetta, perché non ha paura di nessuno).

C’è da tener presente inoltre che il Megafono di Crocetta potrebbe cambiare le sorti delle elezioni in Sicilia. Se infatti l’isola passasse nelle mani del centrosinistra, Bersani potrebbe avere la maggioranza assoluta al Senato (circa 158 senatori). Un numero che potrebbe garantire una posizione di forza in un’alleanza post voto con i centristi di Monti. Inoltre negli ultimi giorni prima dello stop ai sondaggi, alcuni importanti istituti demoscopici hanno segnalato l’avvicinarci delle due coalizioni (centrosinistra e centrodestra). Se l’affluenza sarà bassa le sorprese saranno assicurate.

Di Vito Rizzo