Sicilia, in pezzi l’asse Crocetta-M5S

Per più di qualcuno, il laboratorio Crocetta è già finito. O per lo meno, rischia seriamente di chiudere i battenti nel giro di qualche mese.

Ieri sera, infatti, all’Assemblea regionale siciliana si è consumato uno scontro durissimo tra il presidente della regione, Rosario Crocetta, e il capogruppo e portavoce del MoVimento 5 Stelle Giancarlo Cancelleri.

Il fatto ha un significato politico pesante: se finora si era parlato della Sicilia come una realtà politica in cui tra il Pd (e, più in generale, il centrosinistra) e il movimento legato a Beppe Grillo si potevano trovare punti di incontro per governare in sintonia, magari pensando di estendere l’esperimento a livello nazionale, da ieri quest’operazione sembra molto più difficile.

Giancarlo Cancelleri

Tutto era iniziato il 10 agosto, quando Crocetta aveva dichiarato che a manifestare contro il Muos – il sistema di monitoraggio satellitare voluto dagli Stati Uniti, per il quale il governo Berlusconi diede l’autorizzazione a costruire una stazione di terra a Niscemi – accanto a molti cittadini pacifici c’erano “punte estremiste che esasperano la lotta. Ma anche  altre infiltrazioniritenute mafiose (“In una realtà come quella di Niscemi è scontato che anche gli ambienti della criminalità organizzata si approprino di una vicenda del genere“).

Il riferimento alla mafia non è piaciuto a molte persone e a varie forze politiche, compreso il M5S. Che in aula ha attaccato subito il presidente della regione e lo ha fatto a tutto campo: “Il 30 ottobre lei disse in tv di essere più grillino dei grillini, di avere sette stelle. Lei ha megafoni in quantità, ma di stelle non ne ha nessuna: probabilmente erano dei neon che ora si sono fulminati e i fatti sono sotto gli occhi di tutti”. Una scomunica, praticamente, precisata nei particolari da Cancelleri.

“Mi aspettavo – ha detto – una risposta sulle dichiarazioni che ci sono mafiosi in Aula, lei ha detto solo che ci sono panciuti e avvicinati: io desidero i nomi“. Sulla questione NoMuos Cancelleri ha richiamato la gravità delle affermazioni di Crocetta: “Lei dice che i NoMuos devono decidere da che parte stare. Come se ci fossero solo due opzioni in questo mondo. Il suo e’ un gioco pericoloso“. 

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Ben lungi dall’essere limitate a un solo episodio, però, le critiche del M5S hanno colpito l’intero operato di Crocetta e il suo atteggiamento.

“Tante belle parole, tanti proclami – ha detto Cancelleri – aspettiamo la rivoluzione ma non ce n’è nemmeno l’odore. C’è solo puzzo di compromesso morale“.

Crocetta, in particolare, sarebbe colpevole dei ritardi nella nomina per titoli dei dirigenti delle Aziende sanitarie provinciali (“Lei ha bloccato il concorso, mentre nel Lazio Zingaretti ha copiato il nostro bando”) e di avere fatto marcia indietro sul Muos, dopo il primo no di mesi fa (“Forse aveva paura di essere condannato per abuso d’ufficio? I Siciliani le sarebbero stati grati perché abbiamo il dovere di combattere una legge ingiusta. Lei invece consiglia ai cittadini di Niscemi di fare le valigie“).

Critiche anche per i 50 milioni di euro spesi per i cantieri di lavoro per tre mesi (“Questo non è sviluppo, è clientela, è il nulla. I soldi dobbiamo darli alle aziende con progetti mirati per creare posti di lavoro veri”) e per lo stipendio dello stesso presidente, che non sarebbe stato dimezzato. 

Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta

La risposta di Crocetta non si è fatta attendere: “Non penso che il Parlamento sia mafioso. Ma trovo assurdo ergere uno steccato corporativo dicendo ‘andate a denunciare’. Le assicuro che abbiamo già denunciato”. Sulla questione Muos, il presidente ha sottolineato: “Non ho tutti questi poteri, ho solo poteri amministrativi. Io ho il dovere di essere custode degli interessi della Sicilia. Non è il mio governo che ha autorizzato il Muos, è il governo nazionale e il governo regionale precedente che è stato costretto a farlo. Io rispetto la legge”.

Sulle nomine, per Crocetta “Il Parlamento è liberissimo e il governo non ha nulla da eccepire“, mentre liquida la questione dello stipendio come “affari miei personali, che non attengono alle sue valutazioni. Quello che io dichiaro in tv non attiene al dibattito parlamentare di oggi“. Il giudizio sulle dichiarazioni di Cancelleri è negativo: “Lei strizza l’occhio all’opposizione perché sente l’esigenza di differenziare il suo movimento politicamente”.

Come che sia, lo strappo di ieri rischia di avere conseguenze verso la fine dell’anno: il gruppo 5 Stelle infatti ha posto una scadenza al governo Crocetta. “Ha tempo sino a dicembre per presentare leggi che facciano uscire la Sicilia dalla crisi e rilanciare lo sviluppo – ha detto Cancelleri -. senza questi provvedimenti, siamo pronti a presentare la mozione di sfiducia“.