Pd, Cuperlo e Civati criticano la legge di stabilità

Con il congresso e le primarie del Partito democratico alle porte, cominciano ad emergere le linee programmatiche dei candidati. Lunedì scorso sono state depositate le quattro mozioni alla segreteria. Oggi, invece, importanti dichiarazioni sono state rilasciate da due dei candidati, Gianni Cuperlo e Pippo Civati.

CUPERLO

A Unomattina è intervenuto Cuperlo, il candidato della sinistra democratica (sostenuto da Bersani, D’Alema e giovani turchi) colui che è ritenuto dai sondaggi il principale sfidante dello strafavorito Matteo Renzi.

E subito di Renzi si parla, con Cuperlo che evidenzia come “dovremmo chiudere definitivamente una stagione nella quale dirigere un partito è stato visto come un trampolino verso qualcos’altro”. “Su una cosa però Renzi ha ragione: nel dire che non ne può più della sinistra del com’è bello partecipare”. Detto questo, però, sottolinea subito: “Io non conosco nessun candidato che voglia perdere…”.

Come il sindaco di Firenze, anche Cuperlo non lesina critiche al Movimento 5 Stelle, pur ammettendo che “bisogna avere rispetto per una forza politica che prende otto milioni di voti”. “Poi però – ha aggiunto – c’è un problema serio di come utilizzare questo consenso: in sette, otto mesi il Movimento cinque stelle è stato sostanzialmente congelato. Se ti presenti alle elezioni e passi dalla piazza alle istituzioni, non te la cavi con il Vaffa Day”.

L’aspirante segretario muove poi critiche alla legge di stabilità e delinea quale sono le esigenze economiche a cui dare priorità: “Stiamo discutendo della legge di stabilità, ci sono cose che vanno nella direzione giusta ma molte che vanno cambiate: un partito ha senso se è capace di battersi per il problema degli esodati, per l’indicizzazione delle pensioni”.

“La nostra sfida è uscire diversi e migliori dalla crisi, con un’Italia più giusta: ci sono state disuguaglianze immorali – conclude Cuperlo – che hanno attraversato la nostra società: ci sono 4 milioni e ottocento mila cittadini che vivono sotto la soglia di povertà; il 40% dei nostri ragazzi è senza lavoro e noi rischiamo di ipotecare il destino di una generazione. Credo che il nodo da risolvere sia quello delle disuguaglianze”.

CIVATI

Dichiarazioni arrivano anche da Pippo Civati e non sono propriamente lusinghiere verso il governo Letta e la legge di stabilità: “La prima manovra economica di Monti fu epocale, molto drammatica dal punto di vista dei conti ma forte. Questa manovra, invece, è molto ridimensionata nelle ambizioni, poco coraggiosa, stabilizza non solo i conti ma il sistema politico: è un altro tipo di larghe intese. Dal punto di vista del rilancio c’è molto poco”.

Poi la pesante accusa a Matteo Renzi, dal quale Civati si è politicamente separato qualche anno fa: “Con Renzi c’è difficoltà a collaborare: siamo persone diverse, abbiamo stili e linee diverse. Mi fa piacere che adesso si occupi del partito, perchè per anni non lo ha fatto”. A Civati replica a stretto giro di posta il deputato renziano del Pd David Ermini: “Ma Pippo Civati riesce almeno un giorno la settimana a non pronunciare il nome di Renzi? Ne parla in continuazione, ormai quasi più di Brunetta. E anche più di Grillo”.

Critiche arrivano anche alle larghe intese e all’elezione di Rosy Bindi alla presidenza della commissione antimafia: “Avrei votato la Bindi ma è il clima delle larghe intese che non funziona. Non possiamo fare l’accordo con il Pdl e poi strappare ogni volta che ci fa comodo. Non ci siamo messi d’accordo – conclude Civati – sulle cose che avremo condiviso fino alla fine. Il punto vero è che Pd e Pdl sono alternativi”.