Francesca Pascale, appello a Papa Francesco “per il mio uomo”

Francesca Pascale, appello a Papa Francesco

Francesca Pascale, appello a Papa Francesco “per il mio uomo”. Dopo la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore della Repubblica sono tantissime le reazioni che arrivano dal mondo politico. Di seguito le parole della fidanzata di Berlusconi: Francesca Pascale. Nell’intervista rilasciata a Tommaso Labate e pubblicata oggi sul Corriere, Pascale lancia un “appello a papa Francesco. Un appello affinché mi riceva e ascolti la storia di Berlusconi”. La fidanzata di Berlusconi affronta anche il tema della grazia: “Avevo pensato di andare al Quirinale da Napolitano. Poi ho capito che avrei trovato le porte chiuse. Se quelle porte non fossero chiuse ci andrei, a parlare col capo dello Stato”.

Francesca Pascale “Sbagliato approvare la Legge Severino” – Per Francesca Pascale “il primo sbaglio, ancora prima della sinistra, l’ha fatto il Pdl il giorno in cui l’hanno approvata, quella norma (Legge Severino ndr). Ci sono dieci milioni di italiani che hanno votato per Berlusconi. Non possono passare tutti per fuorilegge”.

Francesca Pascale su Alfano, Nuovo Centrodestra e Letta – “Alfano ha preferito scegliere un’altra strada. E Silvio è la persona che lo ha inventato come politico. Gli sarebbe bastato aspettare e sarebbe stato lui il leader naturale” ma “per fortuna Silvio ha un cuore immenso. Riesce sempre a perdonare i suoi figli anche nelle situazioni più critiche”. Pascale critica la nuova formazione politica di Alfano: “Già dal nome, più che un partito, quello di Angelino sembra una società di autonoleggio”. La fidanzata di Berlusconi ne ha anche per il premier Letta “Letta è un democristiano sbiadito. Anzi, l’indole sua e della sinistra è quella dei comunisti. Ma anche sono peggio dei comunisti perché negano di esserlo”.

Francesca Pascale “con la decadenza riconsegnano Berlusconi a lotta per la libertà” – Francesca Pascale loda le qualità di Berlusconi: “Silvio, ed è la cosa che mi ha fatto innamorare di lui, non è nato per stare solo, per godersi le ricchezze. È contro la sua natura. Per lui la politica è la forma della sua donazione agli altri. Anche quando pensava di mettersene fuori e stava costruendo ospedali per i bambini in Africa, un’università per educare i giovani alla politica della libertà e poi il suo Milan. Con la decisione di oggi pensano di cancellarlo. Invece lo riconsegnano alla lotta per la libertà”.

(G.S.)