Zagrebelsky: “Renzi? Mi ricorda Andreotti”

L’attuale decisionismo mira all’andreottiano tirare a campare. Serve a fronteggiare le difficoltà del giorno per giorno, a tappare buchi, a tamponare con urgenza le situazioni. Un decisionismo non tragico, diciamo in salsa mediterranea, all’amatriciana. Il governo non combatte nemici per imporre una sua visione strategica, che si stenta a vedere, ma cerca aggiustamenti temporanei, posticipando i problemi”. Lo dice il presidente emerito della Consulta Gustavo Zagrebelsky, rispondendo – in un’intervista alla Stampa – ad una domanda sul decisionismo del presidente del Consiglio Renzi.

 

Parlando delle proteste degli operai, Zagrebelsky osserva come “il governo non ha approvato il manganello. Anzi, ha espresso solidarietà a manganellati e manganellatori: più andreottiani di così! L’ordine attuale – prosegue – è una somma di compromessi quotidiani” e oggi “il pericolo mi pare che possa derivare dal difetto d’opposizione politica efficace in Parlamento e dalla supplenza da parte d’una opposizione di piazza. Qui, vedrei il rischio della radicalizzazione. La manifestazione di Roma aveva un evidente significato ultrasindacale. Farsene troppo facilmente una ragione può essere irresponsabile”. Parole dure, che si ricollegano ai mesi scorsi quando, in occasione dell’approvazione delle riforme istituzionali, il professore criticò aspramente l’operato del governo, scontrandosi con il ministro Boschi.

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