Dopo-Napolitano, tutti i nomi

Dopo-Napolitano

Il dopo-Napolitano non è ancora realtà ma è più che mai tema di attualità della politica italiana. Già fervono i preparativi all’interno dei partiti. L’obiettivo? Ogni partito sta cercando il nome giusto da proporre ad appoggiare. Un nome che sia più largamente possibile condivisibile con altri schieramenti politici. In Parlamento è forte la paura che si ripeta la vicenda dei franchi tiratori. Dopo tutto gli equilibri politici in Camera e Senato sono acora gli stessi del 2013.

Con l’intento di trovare una convergenza sul nome da proporre per il dopo-Napolitano c’è addirittura chi auspica una alleanza tra il Partito democratico ed il Movimento 5 Stelle. Cosa impensabile pochi mesi fa ma che ora, complici vari avvenimenti (lo scricchiolio del Patto del Nazareno su tutti) pare un’ipotesi perseguibile. Sarebbe di questo avviso Laura Puppato, senatrice Pd.

Dopo-Napolitano, Puppato propone Anna Finocchiaro

La Puppato avrebbe però in mente di proporre la candidatura di Anna Finocchiaro. Un nome indigesto ai grillini. Eloquenti le parole di Andrea Colletti, deputato del M5S: “Piuttosto voto per la Santanché”. Colletti non è uno delle ultime file penta stellate, anzi. È stato lui a denunciare alla Procura il Patto del Nazareno. Un gesto che ha suscitato non pochi malumori nel Pd. Non ultimi quelli del presidente Matteo Orfini che senza troppi giri di parole ha definito il gesto di Colletti una cretinata.

Ma il grillino ha pensato bene di rincarare la dose. Rispondendo alle critiche pervenutegli da altri parlamentari democratici (Fanucci e Carbone) ha dichiarato: “Io non parlo con i camerieri del Pd, se devo parlare parlo col padrone. Un accordo sempre difficile insomma quello tra Pd e M5S. È nelle parole di molti ma si scontra in molti casi con altrettanti fatti.

Dopo-Napolitano: tra Prodi, Letta e candidature femminili

Nel Pd c’è la speranza di poter riproporre la candidatura di Romano Prodi. Un nome che potrebbe essere avallato dal M5S. Ma l’intento dei grillini è quello, solito, di far scegliere il proprio candidato dai propri elettori online. Una nuova edizione delle “Quirinarie” che alla scorsa elezione portarono alla candidatura di Stefano Rodotà.

Anche Forza Italia vorrà far pesare i propri voti. I parlamentari azzurri si muovono con cautela. Il messaggio lanciato loro da Maria Elena Boschi è stato chiaro: “Il patto riguarda le riforme, non il Colle”. Forzisti avvisati quindi. Ma è loro auspicio che il post-Napolitano non sia riempito da un nome proveniente dalla sinistra. “Quattro e mezzo di fila sono un po’ troppi per una democrazia” fanno sapere da Il Mattinale. Il candidato ideale di Fi sarebbe Gianni Letta, ma pare difficilmente condivisibile da altre forze. I numeri spingono per la candidatura di Giuliano Amato.

Non è da escludere il nome di una donna per il dopo-Napolitano. La questione quote rosa è stata lanciata dalla Presidente della Camera Laura Boldrini e sembra aver trovato un copioso seguito. I nomi che circolano, oltre a quello della già citata Anna Finocchiaro, sono quello di Roberta Pinotti e di Emma Bonino. Ma occhio alle possibili sorprese: salgono le quotazioni di Marta Cartabia giudice della Corte Costituzionale.

Eccezion fatta per la Lega di Matteo Salvini, che si è detto contento per l’imminente uscita di scena di Napolitano, tutti i partiti brancolano nella più assoluta prudenza. Addirittura c’è chi spera in un ripensamento di Napolitano. Uno di questi è Marco Pannella. Più prudente di tutti invece è Nichi Vendola per il quale ad oggi è addirittura inutile discutere su quanto potrebbe accadere nel dopo-Napolitano.

Dopo-Napolitano, prende quota l’idea Veltroni

A farla da padrone è la prudenza. O meglio la paura. Nessun partito vuole correre il rischio di appoggiare candidature che corrono il rischio di rivelarsi flop dopo la votazione. I casi Marini e Prodi sono ancora negli occhi di tutti. Ma negli ultimi giorni sta prendendo quota l’ipotesi Walter Veltroni per il dopo-Napolitano.

Uscito dalla scena politica nel 2008 sconfitto da Berlusconi, potrebbe sfruttare la sponsorizzazione di Matteo Renzi. Su quest’ultimo, l’ex sindaco di Roma, non si è mai espresso con i toni che altri “vecchi” del Partito Democratico hanno usato. Veltroni è sempre stato prudente. I suoi detrattori riconoscono in lui una innata capacità camaleontica: riesce ad assumere il colore politico più in voga del momento. E questa non potrebbe essere una cattiva caratteristica per un Presidente della Repubblica.

Veltroni ha da sempre dimostrato democraticità. Saprebbe forse ben bilanciarsi tra maggioranza ed opposizione. Potrebbe riuscire nella difficile impresa di mettere d’accordo praticamente tutti. Anche Berlusconi sarebbe disposto ad appoggiarlo: Veltroni gli ha riconosciuto in passato la legittimità politica. Concedergli la poltrona per il post-Napolitano potrebbe essere la giusta ricompensa.

Veltroni rappresenterebbe un giusto compromesso. A testimonianza di questo basta citare una sua nota affermazione “Essendo kennediano, mi sono iscritto al Pci in quanto anticomunista”. Una frase che pronunciata da altri avrebbe attirato le critiche di tutto il Partito Comunista. E invece Veltroni ne uscì indenne. Complici i suoi modi garbati. Vittorio Feltri, nel suo editoriale per Il Giornale, di lui ha detto: “Uno bravo come lui nel girare la frittata senza scottarsi non era e non è mai esistito”.

Difficile mettere d’accordo tutti. Ma è intento di ogni schieramento politico accordare se non tutti la maggior parte dei partiti. È una partita difficile quella appena iniziata per il post-Napolitano. Trovare un degno successore non è cosa facile. Giorgio Napolitano è stato, secondo il Financial Times, cruciale per la stabilità politica del nostro paese. Una vera e propria luce nell’oscurità italiana. Il suo forte senso del dovere gli ha concesso il rispetto necessario per poter intervenire nella vita politica. C’è insomma da andare con i piedi di piombo nella scelta del suo successore.

Felice Tommasino