Lega, Maroni: “Se vinciamo a Milano Renzi dovrà dimettersi”

Lombardia, Roberto Maroni

Il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, in una lunga intervista all’Huffington Post parla della Lega, di Salvini, Berlusconi e delle comunali a Milano. Invita l’ex Cavaliere ad unire Fi e Lega in vista delle elezioni per il sindaco di Milano sotto il listone “Lega Italia”. Ad Affari italiani poi tesse le lodi di Salvini come leader del Carroccio e chiarisce la posizione della Lega in merito alla paventata candidatura di Del Debbio per le comunali di Milano.

“Salvini ha energia”

Nella Lega e non solo, molti si chiedono quale sia effettivamente il rapporto tra Maroni ed il segretario Salvini. Il Governatore lombardo chiarisce: “Lui ha l’energia per fare quello che fa, e lo sta facendo molto bene se guardiamo ai numeri della Lega. Io faccio il presidente della Lombardia e cerco di tenere insieme queste due anime della Lega, trovare un equilibrio”.

“È un leader, è diventato leader”

Ad Affari italiani, Maroni sul segretario della Lega: “Salvini è un leader, è diventato un leader. Da quando è segretario della Lega ha dimostrato di avere in sé le doti di leadership necessarie per guidare, non solo la Lega, ma anche il Centrodestra”. Per il ruolo di premier, invece, chiarisce: “Quello è un’altra cosa e per quello servono le primarie. Ma lui ha le qualità per farlo. Candidiamo al ruolo di premier Matteo Salvini, quando ci saranno le elezioni politiche”.

 

Su rapporto Lega-Fi: “Una lunghissima convivenza”

Equilibrio che sembra portare verso un riavvicinamento a Fi e Silvio Berlusconi: “Quello con Berlusconi non è mai stato un matrimonio, semmai una lunghissima convivenza che dura dalle regionali del 2000. Con qualche momento di crisi, e penso al governo Monti e al patto del Nazareno, la nostra convivenza alla fine è sopravvissuta. È stato un elastico, un rapporto di amore-odio, ma siamo ancora qua”.

Maroni a maggio: “Silvio ha commesso un peccato mortale”

Amore e odio, come dimostrato dall’intervista rilasciata dallo stesso Maroni a Repubblica a maggio: “Lui pensa di risolvere la questione Lega facendo gli interessi suoi. Ma sbaglia, vincerà comunque Renzi: oggi, domani, e almeno per i prossimi cinque anni”. Allora Maroni escludeva ogni probabilità di riavvicinamento tra Lega e Fi. “Noi non ci staremo mai. Silvio ha commesso un peccato mortale” rispondeva a chi gli chiedeva cosa pensasse dell’idea dell’ex Cavaliere di riunire il centrodestra.

“Se vinciamo a Milano Renzi dovrà dimettersi”

La partita decisiva sarà quella delle elezioni di Milano. Maroni precisa: “Tutto il centrodestra unito, compresa Ncd. Governiamo insieme e funziona. È l’unico modo per vincere una sfida difficile, se ci dividiamo abbiamo perso in partenza”. E ancora: “Il candidato non sarà un leghista. E se vinciamo noi in una città come Milano, Renzi dovrà fare D’Alema alle regionali del 2000: prendere atto che non ha più il consenso necessario e dimettersi”.

Idea “Lega Italia” e Salvini sindaco

C’è l’ipotesi listone “Lega Italia”: entrambi i partiti verrebbero così rappresentati nel simbolo. Resta il nodo candidato. Maroni propone Salvini: “Ha l’energia, la visione e la spregiudicatezza necessaria per fare quel mestiere. Certo, non ha esperienza. Ma io nel 1994 diventai ministro dell’Interno e avevo fatto solo l’assessore al Bilancio al Comune di Varese. Ma ho imparato in fretta”.

Maroni si smarca dalla lista dei papabili

Secondo molti, Berlusconi preferirebbe altri nomi con più esperienza. Luca Zaia e Roberto Maroni rientrano tra questi. Il Governatore della Lombardia si smarca: “Se qualcuno me lo chiederà ci penserò, ma non ho nessun interesse o velleità a farlo. A Roma sono già stato varie volte, ho già dato. Questo è il momento dei giovani, e sinceramente non vedo in giro altri quarantenni con le capacità di Salvini. Quando ero giovane io ho avuto quella grinta che ha lui, ma adesso non più”.

Su Del Debbio: “Ne scegliamo un altro”

Salvini avrebbe voluto candidare Paolo Del Debbio. Quest’ultimo ha declinato l’invito. Maroni, in merito, ad Affari italiani ha chiarito: “Ha detto di no, bene, fine. Continua a fare quello che fa e noi ne scegliamo un altro”. Ed ha quindi aperto alle primarie.

Comunali Milano, Maroni chiama Ncd

Da chiarire resta la posizione di Ncd. Per quanto riguarda Milano, resta il veto posto dal segretario del Carroccio. Ma Maroni sottolinea: “Ncd lombarda potrebbe trovare la strada per prendere le distanze da partito nazionale e così rientrare in un’alleanza con noi”. A livello nazionale invece, è questa la sua previsione: “Una parte di Ncd entrerà nel Pd di Renzi come una corrente, altri rientreranno in Forza Italia. Non vedo futuro per questo partito, e i numeri dei sondaggi e delle urne mi pare lo confermino”.

Ad Alfano: “Molto colpito da suoi comportamenti”

Al leader di Ncd, Angelino Alfano, lo lega un rapporto di amicizia. Ma il Governatore della Lombardia non risparmia una critica al suo successore al Viminale: “Sono molto colpito davanti ad alcuni suoi comportamenti che non capisco. A volte mi sembra quasi che resti lì perché è attaccato alla poltrona. Ma alla sua età è un errore gravissimo, che gli elettori non ti perdonano”.

“Governo assente su tema immigrazione”

Altro errore sarebbe la “totale mancanza di visione” sulle riforme costituzionali e sul tema immigrazione. Soprattutto su quest’ultimo, Alfano ha dimostrato di volersi assumere ogni responsabilità. Maroni ammonisce: “Se ti assumi un onere del genere, poi devi passare mesi in giro per l’Europa a battere i pugni. Il semestre di presidenza Ue era un’occasione storica per fare quello che io non ero riuscito a fare, e cioè mettere l’Europa con le spalle al muro sul tema dell’immigrazione. E invece il governo non è esistito”.

“Da Ue solo chiacchiere, unica soluzione è Onu”

Il Governatore lombardo è pronto a collaborare con il Governo. Alle porte c’è la riunione Onu: “Se Renzi va a New York e ottiene una missione sulle coste africane, una sorta di life keeping, con i caschi blu e i campi profughi sulle coste libiche o tunisine, io sono pronto ad applaudire. È in questi centri che i migranti devono essere censiti. E chi ha diritto deve poter venire in Europa in sicurezza. Dall’Ue arrivano solo chiacchiere, a partire dalla Merkel. L’unica soluzione è l’Onu”.

“Renzi è o non è un fenomeno?”

L’impresa non è delle più semplici per il premier. Maroni forse con una punta di ironia: “Renzi è o non è un fenomeno? Allora vada da Ban Ki-moon e si faccia sentire. Altrimenti, se non salva le vite umane, a cosa serve l’Onu?”.