Politica Italia: Renzi, Orlando, Emiliano. Parte la volata verso il 30 aprile

politica

Politica Italia: Renzi, Orlando, Emiliano. Parte la volata verso il 30 aprile

Il 30 aprile non è poi così distante nel tempo. Ecco allora che nel PD le voci e i pensieri di chi è rimasto fedele alla linea, a seguito della recente scissione, si inseguono e si affastellano in un primo embrione riconoscibile di idee e programmi.

Per i tre candidati ufficiali alla Segreteria del Partito, Matteo Renzi, Michele Emiliano e Andrea Orlando, questi saranno giorni decisivi, tempi in cui rimanere freddi, adottando strategie di attacco e coinvolgimento politico attivo, in vista delle primarie.

Politica Italia: Renzi e il Lingotto 2017

Lunedì 6 marzo, l’Assemblea nazionale ha raccolto e presentato ufficialmente al Congresso le liste di partenza per la corsa alle prossime Primarie, oltre all’iter della prima fase di organizzazione direttiva. Tale momento richiederà l’adesione degli iscritti ai manifesti dei tre candidati ufficiali e terminerà il 9 di aprile. Quando verrà decretata l’ammissione definitiva dei concorrenti alle fasi di voto aperte che si terranno il 30 dello stesso mese.

L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha raccolto 37mila firme di sostegno. Nella bozza della sua mozione d’intenti ha affermato di ricercare una leadership che “possa governare sia il Paese che il Partito”. All’interno del Manifesto che l’ex segretario ha presentato per la recentemente conclusa convention leggiamo: “Occorre saper creare una nuova alleanza tra libertà e protezioni, tra opportunità e fragilità”.
Nella storica sede del Lingotto di Torino, culla del primigenio PD, Renzi ha aperto i lavori di una kermesse che ha visto alternarsi sul palco lo Stato maggiore del Partito. L’ex ministro Kyenge, Fassino, Fedeli, Nannicini soltanto alcuni dei nomi di spicco. In platea, accompagnato da una solida attestazione di stima, anche l’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Politica Italia: temi, concetti e candidature

Il cuore del dibattito ha riportato alla luce le grandi tematiche storiche del programma progressista. Spazio dunque ai bisogni primari del mondo del lavoro con un accento posto, da parte dell’ex segretario nuovamente in corsa, sulle vicende della Fiat e di Mirafiori. “Bisogna crearlo il lavoro, non farci i convegni”, ha sciorinato con foga, cercando di trovare un nuovo margine di vicinanza con la classe operaia contemporanea che equilibrasse i trascorsi d’intesa avuti con Marchionne. Dunque, il concetto di leadership, i giovani e il rilancio degli ideali di concerto con le principali correnti del Sistema solare della Sinistra.

C’è un popolo del quale si è perduto il consenso. Lo scacco del 4 dicembre rappresenta il culmine di una politica che non ha mai davvero catturato i nuovi volti dell’apparato. “Non vogliamo un partito di correnti e caminetti. C’è bisogno di più leader non di meno leader. Quello senza leadership è un modello sbagliato. Abbiamo bisogno di idee, specialmente dei quarantenni. C’è una generazione nuova, quella dei Millennials, piena di valori, che non siamo riusciti a prendere. Mettiamoli alla prova. Ascoltiamoli. Ci rottameranno? Pazienza”.

Politica Italia: Orlando ed Emiliano

Il PD si tinge però anche delle anime più esperte del Governatore della Puglia Michele Emiliano e dell’attuale ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il primo, alla chiusura delle candidature, ha commentato entusiasta “d’aver depositato le firme necessarie per una candidatura doverosa”. Il magistrato ha altresì aggiunto che “le 6mila e più firme raccolte” rappresentano l’espressione più genuina della geografia composita del Paese.

“Abbiamo depositato le firme necessarie per la mia, la nostra, candidatura al congresso del Pd. Arrivano dal basso, da tutta Italia, da Nord a Sud. Adesso, finalmente, si parte”. Una proposta afferente alla programmazione del presidente della Regione propone una immediata abolizione dei capilista bloccati e una riforma complessiva del sistema elettorale. Così come confermato dal fedelissimo Francesco Boccia.

Per ciò che concerne il Guardasigilli, le firme raccolte alla scadenza delle prassi generali sono state 18mila, unitamente al sostegno congiunto di una trentina di senatori e 80 deputati. La mozione di Orlando si intitola “Unire l’Italia, unire il Pd”. Essa sottolinea l’importanza di una convergenza ideale fra la fronda riformista del Partito e l’ala moderata di tradizione cristiano-sociale. Il sottotitolo della proposta cita Abramo Lincoln: Una casa divisa non può reggere. “Chi guiderà il Pd, difficilmente sarà anche il prossimo presidente del Consiglio” ha arguito il ministro ai microfoni di SkyTg24.

Riccardo Piazza