Totoministri e fantamercato: chi ci ha preso e chi no

Totoministri: chi ci ha preso e chi no? Dall’infinità di ministeri a Di Maio, passando per la riconferma di Tria, con Di Battista agli Affari Europei

Totoministri e fantamercato: chi ci ha preso e chi no
Totoministri e fantamercato: chi ci ha preso e chi no

Non c’è stata solo la chiusura della sessione estiva di calciomercato a far parlare ai tavoli dei bar. Anche – e forse, soprattutto – il totoministri ha tenuto banco e fatto volare l’immaginazione dei giornalisti. Indiscrezioni che si rincorrono e retroalimentano. Nomi che rimbalzano. Il totoministri, così come il totopremier, sono argomento privilegiato delle conversazioni quotidiane. Considerato l’alto interesse per la formazione del nuovo esecutivo, in un paese con milioni di commissari tecnici, tutti i principali mezzi di comunicazione provano ad indovinare la squadra che verrà. E allora, quali sono stati i nomi che si sono rincorsi maggiormente ma che, alla fine, sono stati lasciati quantomeno in panchina? Chi è entrato a sorpresa, senza essere passato per il totoministri? Quali sono state le “bombe” alla “pendolino” di Mosca?

Totoministri: una serie di indiscrezioni verosimili

Anche se le caselle del puzzle non sono state collocate nel posto giusto, a questo giro molti nomi ricorrenti sono stati in effetti confermati nella squadra proposta da Giuseppe Conte. Le maggiori certezze vertevano su Alfonso Bonafede, che si è riconfermato alla Giustizia. Sia Sky Tg24 che il Messaggero parlavano di una corsa a tre con Andrea Orlando – che era un altro nome caldo per la vicepresidenza – e Pietro Grasso (LeU). La maggior parte, però, concordava sulla sua riconferma. Nel senso opposto, c’era una certa concordanza nell’affermare che Danilo Toninelli non sarebbe stato più ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Altri nomi finiti nel totoministri che sono stati “presi”: la nuova ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e l’eurodeputato del Partito Democratico al Mef, Roberto Gualtieri. Per il Viminale, il capo della Polizia Franco Gabrielli sembrava in pole position. Poi, stando alle ricostruzioni, nel corso degli ultimi giorni di negoziati la Lamorgese avrebbe superato Gabrielli.

I nomi che sono risultati fuori dai radar dei mezzi di comunicazione sono quelli legati a ministeri minori o senza portafoglio. Poco prima della conferenza stampa di Conte, si è saputo che Roberto Speranza sarebbe andato alla Sanità, sostituendo una Giulia Grillo che, in ogni caso, non sembrava avere molte chance di rimanere in sella. Tra i nomi totalmente inaspettati, troviamo Giuseppe Provenzano per il Sud; Elena Bonetti alle pari opportunità e Vincenzo Amendola agli Affari Europei. Tutti e tre sono dell’area dei democratici.

Totoministri: dove va Di Maio?

Anche se non c’è stato mai alcun dubbio sulla riconferma di Di Maio nella squadra di governo, la casella da occupare è stata un’incognita fino alla mattina del 4 settembre. Alcuni vedevano il capo politico del M5S alla Difesa (Repubblica, 29 agosto); per altri, avrebbe potuto occupare il Viminale (Interni), lasciato libero da Salvini o, in alternativa, avere la riconferma al MISE (Ansa, 29 agosto). Già in quella data, però, si accostava il nome di Di Maio alla Farnesina: ipotesi che sembra essersi concretizzata nel totoministri dell’ultima ora (Fanpage e Corriere della Sera, 3 settembre).

Chi ci ha preso di più nel totoministri?

Nella tarda serata del 3 settembre (quindi, a giochi praticamente fatti), il Corriere della Sera pubblicava in esclusiva le ultime indiscrezioni che filtravano dai tavoli del negoziato. Il Corriere pubblica una lista dei prossimi ministri principali: Di Maio agli Esteri, Lamorgese al Viminale, Bonafede alla Giustizia, De Micheli alle Infrastrutture e Trasporti e Gualtieri all’Economia. L’unico errore risulta nella casella del Lavoro, dove Nunzia Catalfo (prima firmataria della legge sul reddito di cittadinanza) ha vinto su Nicola Morra (nome rilanciato dal Corriere).

Le “bombe alla Mosca”: Tria riconfermato al Mef, Di Battista agli Affari Europei

Ci sono state anche delle autentiche “bombe di mercato” per la squadra dei ministri. Ne scegliamo due su tutte, per originalità e intensità.

Secondo quanto apprende Huffpost da fonti qualificate, la scelta – frutto di un’interlocuzione continua tra il premier Giuseppe Conte e il capo dello Stato Sergio Mattarella – ricadrà su una figura tecnica. Che potrebbe essere, secondo quanto rivela una fonte molto accreditata, Giovanni Tria: sì il ministro dell’Economia in carica. Una carta coperta e funzionale anche a uscire da una partita che si è fatta complessa proprio perché avulsa dalla dinamica della spartizione. Il prossimo titolare del Tesoro non avrà la giacca del PD.” Detto, fatto.

Su Quotidiano.net, è volata un’indiscrezione decisamente originale e fuori dal coro. Così, si assicurava che nelle stanze delle trattative “aleggia il nome di Alessandro Di Battista, che qualcuno vorrebbe agli Affari europei, ma il PD non sarebbe per nulla favorevole.”

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