Bersani addio incarico, la palla ora passa a Napolitano

pierluigi bersani

Come era prevedibile Bersani non ha ottenuto l’incarico. Troppo poche le garanzie date al presidente della Repubblica. E così Napolitano ha deciso di prendere “tempo per ricercare soluzioni che possano risolvere la situazione“. Bersani non ha potuto far altro che accettare la decisione. “Le consultazioni non hanno portato ad un esito positivo – ha dichiarato il segretario democratico una volta finito l’incontro con Napolitano – Purtroppo ci sono state delle difficoltà derivate da preclusioni che non potevo accettare“. Ora la soluzione all’intricato problema spetta al Capo dello Stato.

Domani ci sarà un veloce giro di consultazioni. I primi ad essere ricevuti al Colle saranno gli esponenti Pdl. Nel pomeriggio toccherà invece a Movimento 5 Stelle, Scelta Civica e Pd. “A Napolitano ribadiremo quello che abbiamo già detto nel primo incontro: no a un governo a guida Bersani” ha dichiarato Roberto Fico, deputato del Movimento Cinque Stelle. Fico si è invece detto possibilista su un governo del presidente: “Vediamo”.

In mattinata c’era stato l’ultimo giro di consultazioni con l’incontro tra il segretario democratico e la delegazione di Sel. “Non siamo disponibili a nessun governissimo con il Pdl – ha dichiarato Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera di Sel – la proposta di Bersani va messa ai voti. C’è la possibilità di un consenso in aula”.

Il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, dopo la consultazione alla Camera con il premier incaricato Pier Luigi Bersani aveva dichiarato: “Il Paese è in condizioni gravi. E’ necessario che il paese abbia al più presto un governo politico, che nasca dal risultato elettorale, perché solo un governo che nasca dal processo democratico può avere la forza per affrontare la crisi”. Dello stesso avviso il presidente del Senato Grasso: “Questo Paese ha bisogno di un governo a tutti i costi per ripartire. I cittadini non comprenderebbero, sembra quasi che diamo la colpa a loro perchè non sono riusciti a votare in modo da farci governare”.

In precedenza Scelta Civica aveva gelato Bersani: “A 48 ore dall’incontro con Bersani poco si è visto delle proposte che avevamo sollecitato nel confronto con il presidente del consiglio incaricato”.

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Nonostante il no dei grillini, Bersani, sul finire del quinto giorno di consultazioni, si mostra ancor auna volta ottimista: “Ho cercato fin qui in assoluta trasparenza, di mettere l’insieme delle forze politiche di fronte a un’occasione vera di cambiamento”. Il premier incaricato spiega quanto sia importante avere un governo soprattutto in questo periodo di crisi economica: “E’ un’occasione precisa, strutturata che riguarda un governo che risponda immediatamente ad alcune esigenze impellenti che ci vengono da queste elezioni e dalla società, e dall’altro dalla possibilità di allestire un meccanismo che renda finalmente possibile ed esigibile quella grande riforma di cui parliamo da 20 anni”.

Bersani sembra sperare in un cambio di rotta nelle prossime ore da parte delle altre forze politiche. “Le forze parlamentari si stanno prendendo le loro ore di riflessione e attendo una risposta conclusiva. E’ mia intenzione nella giornata di domani portare al presidente della Repubblica gli esiti delle consultazioni. Non ho diktat da fare, valuteremo insieme“.

Qualora la risposta di Pdl e M5s fosse negativa allora Bersani farà “una proposta alternativa”. “Chi dice no – avverte però il segretario democratico – lo dice non a Bersani che non si rompe la testa, lo dice all’Italia“. Per quanto riguarda il programma di governo Bersani non arretra di un millimetro: “Non scendo di nessuna tacca, le mie proposte sono pronte, non sono contro nessuno ma la famosa tacca della legalità si misura sulle esigenze di questo Paese. Ci sarà la legge sulla corruzione e sul conflitto d’interesse così come per il reato di autoriciclaggio”. Infine nega ci siano accordi parlamentari basati su scambi: “Non mi è stato posto lo scambio governo-Quirinale. Io posso però dire che nelle prime tre votazioni il capo dello Stato si elegge a due terzi: quindi è una carica di comune garanzia. Non parto da esigenze di parte”.

In serata però è arrivata la doccia fredda dal Pdl, per bocca di Alfano: “La vicenda è chiusa e l’ha chiusa Bersani che ora si trova nel vicolo cieco in cui si è infilato. Sta a lui, ora, rovesciare la situazione, se vuole e se può, nell’interesse del Paese”. Pronta la risposta del Pd: “Se le parole di Alfano fossero un’allusione a un’eventuale trattativa sul Quirinale il Pd non sarebbe disponibile”.