Presentato il Def: priorità al lavoro e al debito pubblico

“La legge di stabilità per il 2014 avrà come cuore l’intervento per ridurre le tasse sul lavoro e aumentare i soldi in busta paga”. Il premier Letta esordisce così, presentando il documento di Economia e Finanza e l’allegato Programma nazionale di riforma denominato “Un’agenda per la crescita” sui quali si dovrà basare la legge di stabilità del 2014 da presentare entro metà ottobre. In essa sarà presente anche la famigerata service tax servita al governo per coprire gli introiti dell’Imu.

In periodi di magra, le priorità da affrontare sono molte e gravose. Per primo, il debito pubblico che, “secondo le previsioni”, si dovrebbe assestare al 132,2 % del Pil nel 2014. Pertanto il documento parla di cominciare con la “riduzione dell’elevatissimo rapporto debito/Pil” e rievoca lo spettro tanto odiato del pareggio di bilancio strutturale imposto dall’Unione Europea secondo cui il disavanzo non deve superare il 3%.

Seconda priorità: il lavoro. “Il messaggio centrale della legge di stabilità-ha aggiunto Letta- sarà la riduzione delle tasse sul lavoro sia per le imprese che per i lavoratori e il contratto a tempo indeterminato sarà l’intervento maggiore, con incentivi per l’assunzione di giovani”(repubblica.it, 16/09) .Tuttavia, il premier, ha frenato sulla questione Iva: “Ne parleremo, è un tema molto complicato. Sicuramente faremo una riforma”.

Secondo il ministero dell’Economia anche i risultati della spending review iniziano a farsi vedere. Infatti la spesa pubblica primaria si è ridotta dell’1,8% grazie alla “decisa contrazione” imposta agli italiani dai governi degli ultimi due anni.

Per ultimo, ma non per importanza, nel documento si nota anche una parte politica che riguarda la legge elettorale. L’invito è quello di abolire un “un sistema elettorale inefficace e non rappresentativo”, garantendo “maggiore governabilità” per arrivare a “maggioranze più ampie”. “Spetta al Parlamento-conclude il Def- il compito di rispondere al Paese e alle istituzioni con una riforma che riporti i cittadini all’interno delle istituzioni”.

Giacomo Salvini