Pontida, Salvini è pronto: “Ho provato a parlare con Grillo. Ma M5S vota con sinistra”

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Il Pontida-day è ormai alle porte: domani, sul prato verde della cittadina lombarda, si raduneranno migliaia di militanti leghisti per ascoltare Matteo Salvini, che si appresta a guidare l’evento per la seconda volta da quando è segretario.

“Quando avevo vent’anni l’emozione in attesa di Pontida e delle parole di Bossi cominciava il sabato pomeriggio. Adesso che di anni ne ho 42 e sono segretario… è la stessa cosa”, dice all’Ansa il leader del Carroccio.

Sarà “come sempre una festa di popolo – prosegue Salvini – esclusivamente del popolo leghista, quello della autonomia, del federalismo dell’indipendenza. Ma sarà anche un momento di proposta politica”.

La kermesse di domani è destinata a rappresentare un momento speciale della storia del partito, perché per la prima volta la Lega si presenta alla sua manifestazione-simbolo sulle ali di un consenso di cui non aveva mai goduto sino ad ora: “In passato non siamo mai stati nella condizione di essere la forza guida del Governo”, sottolinea Salvini.

Noi ora siamo l’unica alternativa a Renzi. Ecco perché sento il peso della responsabilità. Siamo pronti a vincere e a Pontida dirò a tutti i cittadini che stiamo costruendo la squadra e le proposte per un governo che non li faccia mai più sentire sudditi. Noi siamo nati per la libertà e oggi manca la liberà di impresa ma anche la libertà di passeggiare per strada, insomma la libertà con la L maiuscola”.

Pontida, Salvini: “Costruiremo un partito di governo”

Intervistato dal Corriere della Sera, Salvini ribadisce il concetto: “La Lega è un movimento di liberazione. Questo diremo domani a Pontida, questo costruiremo da qui in avanti: un partito di liberazione e di governo”, “noi in due anni siamo passati dal quattro al 16%. Significa che possiamo andare a prendere Renzi”.

“L’Italia – spiega Salvini – va liberata. Non dall’occupante straniero, ma da uno statalismo che non allenta la presa, anzi: azzanna più forte. Renzi è lo statalismo. Renzi è il simbolo di uno Stato di polizia fiscale e di un regime economico”.

Il nostro programma – annuncia – sarà costruito insieme a parecchie decine di professori, assai diversi da Monti o dalla Fornero, e nelle prossime settimane avvierò una campagna di ascolto fitta di confronti con associazioni imprenditoriali e sindacali. Nessuna fondazione. Soltanto personalità, a partire da quelle riunite da Giuseppe Valditara, che costruiranno insieme un programma in cui anche il Sud si potrà riconoscere. Le nostre battaglie storiche restano, dalla sicurezza al no a questo euro e all’immigrazione irresponsabile”.

Con Berlusconi, lo scomodo alleato di sempre da cui la Lega non può prescindere, c’è un’intesa su temi cari a Salvini, come flat tax e immigrati. Ma “su Europa e corruzione le distanze restano”, mette in chiaro l’altro Matteo, che proprio martedì incontrerà il leader di Forza Italia.

La Lega comunque è pronta “al confronto su ogni tema anche su quelli non propriamente leghisti. Varie volte io ho cercato di parlare con Beppe Grillo. La risposta è sempre stata la stessa: ‘Non mi interessa’. Inoltre, il M5S quasi sempre nel concreto vota con la sinistra”, conclude Salvini.

Umberto Bossi: “Mi tolgono poteri perché hanno paura

“Mi tolgono i poteri perché hanno paura”, replica duro Umberto Bossi. Le ultime modifiche allo statuto della Lega sono state mal digerite dal ‘vecchio leader’, il quale rivela di aver esternato il suo disappunto: “Gliel’ho detto: che mi mettete a fare il presidente privo di poteri?”.

Bossi è decisamente contrario al fatto di non poter più accogliere (in maniera insindacabile) il ricorso degli espulsi dalla Lega perché “questo espone i vecchi militanti al rischio di essere ricattati e bastonati”, e aggiunge: “Ci sono militanti che hanno costruito la Lega che sono stati messi fuori da Tosi e Maroni e non possono più rientrare”.