L’Unità di nuovo in cattive acque: non c’è pace per il quotidiano fondato da Gramsci e salvato da Renzi

Matteo Renzi, Partito Democratico, Maria Elena Boschi mentre sfoglia una copia del quotidiano L'Unità

Ancora difficoltà per il quotidiano L’Unità. Tornata in edicola nello scorso Giugno il giornale fondato da Gramsci e per il cui rilancio il segretario del Pd Renzi si è molto battuto rischia di ripiombare in una crisi che ne comprometterebbe la sua stessa esistenza. Al momento il gruppo che controlla l’80% della testata è Pessina costruzioni con Fondazione Eyu (Europa YouDem-Unità) che detiene il 19,05% delle quotazioni e lo 0,95% dalla Guido Veneziani Quotidiani.

Le stime non rispettate di vendite de L’Unità

Le crescenti preoccupazioni della fase di crisi che riguardano anche il destino dei lavoratori (la redazione è composta da circa 30 giornalisti) sono giustificate dalle perdite causate, a quanto pare, dal mancato rispetto delle stime di vendite. Anziché 20 mila copie al giorno L’Unità si attesta intorno alle 9 mila copie.

Le figure chiave

Il direttore Erasmo D’Angelis è uomo di stretta osservanza renziana e l’altro uomo determinante per il destino del quotidiano è l’attuale tesoriere del Pd Francersco Bonifazi. Proprio Bonifazi si starebbe attivando per la ricerca di un nuovo socio.

Le critiche di Marco Travaglio

A dare il benvenuto, critico, alla rinascita dell’Unità era stato Marco Travaglio di cui riportiamo le parole scritte in un articolo dei primi di Luglio: “Dire che la nuova Unità è il primo monumento equestre a Matteo Renzi e che, al confronto, la Pravda con il Pcus era un filino più sbarazzina, sarebbe riduttivo”. Travaglio ha da subito criticato la linea editoriale: “Ottimismo Obbligatorio. Va tutto molto bene, e domani andrà ancora meglio”.