Crescita, Padoan: “Ridurre il debito e riforme strutturali”

padoan

Negli ultimi giorni il governo Renzi è stato messo duramente alla prova come ci si aspettava. Non sappiamo però ancora se le risposte arriveranno in tempo o bisognerà aspettare altri richiami da entità esterne prima di smuovere qualcosa. L’Ue ci ha invitato ieri a maggiori “sforzi”, Standard & Poor’s ha bastonato il progetto riformistico del duo Renzi-Padoan e lo studio dell’Istat, come se non bastasse, ha rilevato che la disoccupazione ha raggiunto il 13,6% e per i ragazzi tra i 15 e i 24 anni al 46% (massimo storico).

“Finora pochissime delle riforme suggerite dalla Commissione europea, come la rimozione degli ostacoli alla concorrenza e la riduzione dei costi di fare impresa o il miglioramento dell’efficienza dell’amministrazione pubblica, sembrano essere nell’agenda a breve termine del governo”. Duro è il giudizio dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che boccia l’agenda economica italiana in un rapporto dal titolo “Il settore corporate italiano: un percorso difficile per recuperare redditività e competitività”.

Il ministro dell’economia Padoan ha risposto nel giro di poco tempo alla conferenza stampa delle 13 in cui si è parlato prevalentemente del semestre europeo a guida italiana che partirà dal primo luglio. Ieri, dopo l’incoraggiamento dell’Unione Europea, Via XX Settembre aveva fatto sapere con una nota ufficiale che “la Commissione condivide pienamente le priorità suggerite dal Governo, iniziando dalla piena attuazione della delega fiscale e delle deleghe del Jobs Act. A breve saranno varate le due importanti riforme sulla giustizia e sulla Pubblica Amministrazione indispensabili per creare un contesto amministrativo e un ambiente imprenditoriale più favorevole allo sviluppo del Paese” e soprattutto che le stime della Commissione “non tengono conto di alcune voci relative alle minori spese pianificate ma non ancora specificate nel dettaglio e a maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni”. Insomma, la crescita prevista dal governo è ora in mano all’effetto 80 euro. Se il Pil aumenterà fino a toccare lo 0,8% sarà vittoria. Altrimenti, arriverà una manovra correttiva da 9-10 miliardi.

In conferenza stampa Padoan ha anche assicurato: “il bicchiere, mezzo pieno o mezzo vuoto, si può leggere in maniera diversa”, e “io l’ho preso come un incoraggiamento”. “L’Europa è ad un bivio” ha concluso lo stesso ministro del Tesoro “e per l’Italia è indispensabile iniziare a ridurre il debito pubblico e fare sul serio sulle riforme strutturali”.

 

Giacomo Salvini