Sondaggio Swg: PD al 37,7%, M5S torna al 21,7% e Forza Italia cala al 17 %

sondaggioSWG intenzioni di voto 11 settembre 2014 Forza Italia cala al 17%

Sondaggio Swg: PD al 37,7%, M5S torna al 21,7% e Forza Italia cala al 17 %

Nuovo sondaggio settimanale dell’istituto Swg diffuso questa mattina 12 settembre 2014. Oltre alle immancabili intenzioni di voto, che hanno ripreso con regolarità da due settimane, i sondaggisti hanno posto altri tre quesiti: il ruolo delle religioni, la paura di perdere il lavoro, la fiducia in Confindustra.

Prima di analizzare il consenso elettorale delle forze politiche, partiamo appunto da queste tre domande.

Secondo lei le religioni sono capaci di unire e portare alla pace o piuttosto tendono a dividere i popoli? È significativo notare che, nonostante la popolarità di papa Francesco sia molto alta, la maggioranza degli italiani, per la precisione il 52%, sostiene che esse tendano a dividere. Ciò è probabilmente il riflesso anche degli opposti fanatismi che da molti vengono considerati, se non la causa principale, un elemento di notevole conflittualità, ad esempio nello scenario mediorientale, che negli ultimi mesi ha goduto di abbastanza risonanza nei media e nell’opinione pubblica. Il 29%, d’altro canto, crede che le religioni siano capaci di unire. Tuttavia sono in molti, il 19%, a non assumere una risposta in merito, probabilmente perché l’aspetto dell’unità e quello della divisione potrebbero essere compresenti, senza che uno dei due prevalga agli occhi degli italiani.

La paura della disoccupazione. Chiedendo ai soggetti intervistati quanto temano la perdita del proprio lavoro o quello di un familiare, si è diviso i rispondenti per categoria di lavoratori. I più angosciati sono in assoluto gli operai, il cui 78% si dice “molto” o “abbastanza preoccupato”, ma anche il 76% dei commercianti e il 74% degli impiegati non dormono sonni tranquilli. È il 61% degli insegnanti di scuola media ed essere preoccupato, ma anche il 55% dei quadri. I dirigenti sembrano essere più sereni degli altri, ma un dirigente su due teme la perdita del lavoro.

La fiducia in Confindustria rilevata da Swg si attesta sul 29%.

Ecco dunque le intenzioni di voto degli italiani: il Partito Democratico cede due punti decimali, ma resta la forza principale, con il 37,7%, SEL otterrebbe il 2% dei voti e le si avvicina Rifondazione Comunista all’1,9%, che recupera 0,4 punti percentuali in una settimana. Italia Dei Valori, nonostante un minimo cedimento, si mantiene sullo 0,7%. Altri partiti minori di centrosinistra messi raccoglierebbero un altro 0,7%, mentre nella rilevazione precedente erano solo lo 0,3%; complessivamente – in questa ipotetica aggregazione – l’area di centrosinistra conterebbe il 43% dei consensi, rafforzandosi di quattro decimali.

La variazione principale riguarda il partito di Silvio Berlusconi. Infatti, Forza Italia cala al 17 % e perde un punto percentuale, mentre il Movimento 5 Stelle al 21,7% acquista lo 0,9% dei consensi rispetto allo scorso sondaggio, ritornando praticamente alle intenzioni di voto di due settimane fa, poco sopra al dato delle elezioni europee. Va osservato che l’indagine è stata condotta qualche giorno fa, tra l’8 e il 10 settembre, quindi in Forza Italia potrebbe pesare la presa di posizione di Silvio Berlusconi a sostegno del presidente russo Vladimir Putin, ma forse soprattutto la conflittualità interna con l’ex governatore pugliese Raffaele Fitto, che invoca le primarie di coalizione per il centrodestra.

Guardando alle sigle del centrodestra, la Lega Nord lascia mezzo punto percentuale e anch’essa torna al 7,3%, grosso modo a quanto aveva a fine agosto; perde qualcosa anche il Nuovo Centro Destra, ora dato al 4% (-0,3 punti), mentre una variazione di segno opposto è per Fratelli d’Italia che cresce al 3,6% (+0,2). Altri partiti minori del centrodestra potrebbero ottenere lo 0,9%.

Indica Scelta Civica lo 0,7% degli italiani (-0,1), percentuale analoga a quella delle ultime elezioni europee di maggio. Crescono coloro che si orienterebbero verso altri partiti, che ad oggi costituiscono l’1,8% degli elettori (+0,1), e chi non esprime la propria intenzione di voto, oggi pari al 46% del campione intervistato.