Sondaggio Demos per La Repubblica: prime crepe nel consenso di Renzi, la priorità degli italiani resta il lavoro

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Sondaggio Demos per La Repubblica: prime crepe nel consenso di Renzi, la priorità degli italiani resta il lavoro
Dopo la pausa estiva torna il quotidiano La Repubblica torna ad ospitare il sondaggio Demos & Pi. sulle intenzioni di voto e sull’opinione degli italiani sul Governo presieduto da Matteo Renzi. Proprio verso l’esecutivo si avverte un primo consistente calo nella fiducia rispetto a tre mesi fa, così come si registra una flessione del consenso verso la formazione politica del primo ministro, il Partito Democratico.

Il PD si attesta, infatti, al 41,1%, attorno al valore delle elezioni europee e circa quattro punti percentuali in meno rispetto alla rilevazione di giugno. Il Movimento 5 Stelle avanza, invece, al 20%, così come risulta in crescita rispetto a tre mesi fa Forza Italia, passando dal 15% al 18,6%. Trend positivo anche per la Lega Nord, ora al 6,9%, e per l’area ex-lista Tsipras, accreditata del 5,8%, mentre NCD-UDC presenti con una lista unitaria alle Europee, crollano dal 6,7% al 2,9%.

Giudizi positivi verso il Governo Renzi provengono, secondo il sondaggio Demos, dal 54% dell’elettorato, con un dato in flessione di ben il 15% rispetto a giugno: si arresta così la crescita costante di fiducia avvenuta nel corso dei primi mesi dell’esecutivo fino, appunto, al dato monstre del 69% di tre mesi fa. Se però diminuiscono poco i giudizi positivi all’interno dell’elettorato PD (dal 92% all’88%) e degli alleati di governo NCD, UDC e Scelta Civica (dal 70 al 66 per cento), è fra gli elettori dei partiti di opposizione che più si avverte la delusione: Forza Italia (-21%), Lega e Fratelli d’Italia (-35%) e M5S (-16%). Per quanto riguarda, invece, l’operato dell’opposizione di Forza Italia e di quella del Movimento 5 Stelle, la quota di giudizi positivi non supera, in entrambi i casi, il 19%.


Guardando al gradimento nei leader, tutti risultano in arretramento rispetto a giugno ma, coerentemente con i dati già presentati, il più colpito è Matteo Renzi, che vede la fiducia nella propria persona scendere dal 74% al 60%. Restano ben distanti, comunque, tutti gli altri, con Giorgia Meloni ad occupare la “piazza d’onore” al 30%, quasi alla pari con il ministro dell’economia Padoan, new entry con il 29%.

Tornando a rivolgere l’attenzione sul Governo, i dati dell’Istituto di Ilvo Diamanti mostrano come, dopo la presentazione della nuova strategia dei “mille giorni”, siano aumentati coloro che ritengono che Renzi arriverà a fine Legislatura (ora il 43%). Diminuiscono però i “fiduciosi” rispetto alle capacità dell’Esecutivo di portare il nostro Paese fuori dalla crisi: dopo essere cresciuti nei primi mesi, il dato è ora sceso al 52% (-6%), comunque la maggioranza dell’elettorato.

Sugli 80 euro gli elettori si dividono principalmente fra coloro che la ritengono un’iniziativa utile (44%) e chi la vede come propaganda politica “spiccia” del Presidente del Consiglio (38%). La priorità per gli italiani resta, però, il lavoro ed è dimostrato dal 50% che ritiene la Riforma del mercato del lavoro il provvedimento più urgente, seguito da misure volte a incentivare l’occupazione (32%): da sottolineare come le riforme del Senato (5%) e della legge elettorale (9%) si trovino in coda all’elenco delle “priorità” fotografate dal sondaggio Demos.

Infine, il 55% degli elettori, quindi anche una fetta di coloro che giudicano positivamente l’azione del Governo Renzi, si ritrovano molto o abbastanza d’accordo rispetto all’opinione che gli annunci e le promesse dell’esecutivo risultino sovrabbondanti rispetto alle realizzazioni concrete. Gli ostacoli maggiori sulla strada dell’esecutivo sono individuati nella delusione dei cittadini (26%) e nello stesso PD (21%), mentre per esempio i vincoli provenienti dall’Europa sono indicati soltanto da un decimo degli elettori.