L’Isis decapita un terzo ostaggio: si chiamava David Haines

Pubblicato il 14 Settembre 2014 alle 10:11 Autore: Antonio Scafati

Si chiamava David Haines, era britannico. Lavorava come esperto di sicurezza per le Ong. Era scomparso in Siria circa un anno fa. Era stato in Libia, nella ex Jugoslavia, in Sudan. È stato decapitato dagli estremisti islamici dell’Isis. Lascia una moglie e due figlie di 17 e 4 anni.

Haines è il terzo ostaggio ucciso dagli uomini dello Stato Islamico, dopo i giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff. Nel video che annuncia la decapitazione del quarantaquattrenne, i miliziani dell’Isis annunciano che uccideranno allo stesso modo anche Alan Hennig, ostaggio britannico nelle mani dell’Isis.

Modalità simili, messaggi simili, stesse drammatiche sequenze. Il video diffuso dall’Isis si intitola “Un messaggio agli alleati dell’America” e mostra David Haines vestito con una tuta arancione. È inginocchiato. Accanto a lui un uomo dell’Isis con indosso un abito nero, viso coperto, coltello in mano. Il boia parla inglese e sembra essere lo stesso dei due video precedenti. L’intera sequenza dura due minuti e ventisette secondi e contiene un messaggio diretto a David Cameron: “Sei entrato volontariamente in una coalizione con gli Usa contro lo Stato Islamico, come ha fatto il tuo predecessore Tony Blair, seguendo la tendenza dei nostri premier britannici che non hanno il coraggio di dire no agli americani”.

Cameron

Photo by DFID – UK Department for International DevelopmentCC BY 2.0

“Questo è il prezzo che paghi per la tua promessa di armare i Peshmerga contro lo Stato Islamico” afferma l’uomo vestito di nero, e se la Gran Bretagna seguirà gli Usa nella lotta contro l’Isis finirà per precipitare in una “nuova sanguinosa guerra che non potrete vincere”.

Dura la reazione di Londra: “E’ un omicidio ignobile e rivoltante, faremo tutto quello che è in nostro potere per dare la caccia a questi assassini” ha dichiarato David Cameron. Anche Obama ha condannato l’uccisione di Haines promettendo che gli Usa lavoreranno insieme alla Gran Bretagna e agli altri alleati per portare i responsabili “di questo atto oltraggioso davanti alla giustizia”. L’Australia ha deciso di fornire appoggio aereo e personale per l’addestramento dei soldati che dovranno combattere contro lo Stato Islamico: “Dobbiamo fermare queste barbarie”.

Nelle ultime ore l’Isis si è reso protagonista di una serie di minacce rivolte a quelle nazioni che potrebbero unirsi agli Usa nella coalizione che combatterà l’Isis. Sui social network sono apparsi inviti ai combattenti: “Individuate i vostri obiettivi, preparate le autobomba, le cariche e le cinture esplosive per colpire duramente e uccidere”. Nel mirino dell’Isis l’Occidente e i cristiani in Siria. Via Twitter, un presunto militante dell’Isis ha minacciato anche l’Egitto: “Aspettatevi una sorpresa in Egitto a giorni”.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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