Omeopatia, per gli italiani non funziona: crollo delle vendite

Pubblicato il 16 Marzo 2016 alle 18:47 Autore: Ilaria Porrone
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Omeopatia? Per gli italiani non funziona. Secondo l’Istat nel nostro paese, in base ai dati del 2013, si fa sempre meno ricorso alle terapie omeopatiche: rispetto al 2000, in ricorso alle terapie non convenzionali è stato dimezzato, passando dal 15,8% all’8,2%. L’uso di rimedi omeopatici è diminuito dal 7% al 4,1% tra il 2005 e il 2013. L’omeopatia resta però la terapia alternativa più usata in Italia: nel 2013 ne hanno fatto uso il 50,4% di coloro che si sono affidati a terapie non convenzionali. A seguire ci sono i trattamenti manuali alternativi, come la chiropratica (43%) la fitoterapia (23%) e l’agopuntura (12%).

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Le associazioni di produttori di rimedi omeopatici hanno contestato i dati dell’Istat e hanno dichiarato di aver fatturato, in Italia, 92,65 milioni di euro nel 2005, con un incremento del 2,9% dal 2014. Tuttavia i dati ufficiali certificano il crollo del business e la perdita di fiducia degli italiani rispetto ai rimedi omeopatici.

Omeopatia, per la medicina effetti simili al placebo

E la scienza? Gli studi medici sull’efficacia dell’omeopatia sostengono che le terapie omeopatiche hanno effetti equivalenti a quelli di un placebo. Dall’ultima pubblicazione scientifica commissionata dal National Health and Medical Research Institute del governo australiano è emerso che per il 70% delle malattie le terapie omeopatiche non hanno alcuna efficacia. Anche gli la chimica ha certificato l’inutilità delle terapie: la diluizione del dei rimedi omeopatici è tale che nel prodotto finito non può essere presente neppure una molecola di principio attivo. Non può avere neanche effetti collaterali.

Ilaria Porrone

 

Dopo la pubblicazione del nostro articolo diamo seguito alla una richiesta di replica pervenuta alla nostra redazione dall’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AMIOT) che chiede di prendere posizione “attraverso le testimonianze di alcuni membri del Comitato Scientifico AMIOT nei confronti dei risultati emersi dalla ricerca del NHMRC”. In risposta al documento dell’Istituto australiano di ricerca medica, National Health and Medical Research Council (NHMRC), secondo il quale l’omeopatia sarebbe una pratica inefficace per il trattamento delle patologie mediche e potrebbe mettere a rischio la salute di chi la utilizza, gli esperti e ricercatori dell’AMIOT sottolineano come il rapporto Australiano non sia uno studio basato su prove scientifiche di efficacia, e ne confuta anche il carattere di novità. AMIOT contesta inoltre in particolare la validità scientifica della ricerca. Ecco uno stralcio della replica: “non riflette in modo accurato i risultati degli studi di ricerca sull’omeopatia”. Nella replica è riportata la dichiarazione del prof. Paolo Roberti di Sarsina secondo cui, al contrario di quanto riportato dallo studio “le prove di efficacia della medicina complementare e non convenzionale sono ormai cosi numerose e solide che solo chi è in mala fede può ignorarle”.

Pur rilevando che l’AMIOT contesta la validità scientifica dello studio australiano senza portare a supporto della propria tesi alcun elemento scientifico e limitandosi a dare voce solo ad una parte del mondo scientifico (con le dichiarazioni di alcuni esponenti del mondo medico) rimettiamo ogni considerazione sull’efficacia dell’omeopatia ai nostri lettori convinti di aver offerto gli strumenti necessari per valutare la discussione nel merito (GS).

 

 

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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