Ecco cosa succede se l’Austria costruisce un muro al Brennero

Pubblicato il 12 Aprile 2016 alle 16:18 Autore: Redazione
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Ecco cosa succede se l’Austria costruisce un muro al Brennero: sono due i possibili rischi, si legge sul Sole24 che riprende un editoriale della Frankfurter Allgemeine Zeitung a firma di Tomas Piller, autore di punta della redazione economica dell’autorevole quotidiano tedesco. Innanzitutto, potrebbe formarsi  – come a Idomeni, confine greco-macedone – un campo di migranti spontaneo: questi ultimi resterebbero intrappolati in Italia ma – diversamente di quanto accade per quelli provenienti dalla via balcanica – senza neanche l’ombrello degli accordi internazionali che prevedono il rimpatrio o il ritorno in Libia. In secondo luogo, si potrebbero perdere 170 milioni di euro all’anno a causa dei ritardi subiti dalle merci nel passaggio tra le frontiere.

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Ecco cosa succede se l’Austria costruisce un muro al Brennero

Tobias Piller, noto per le bacchettate all’italian way of life, definisce “ambigua” la posizione di Roma sull’immigrazione oltre che vittima di un certo “autocompiacimento”.

«Nel lungo periodo diventerà più difficile se i problemi potranno ancora esser coperti con la retorica della vanità» scrive Piller che poi prosegue con durezza: “Finora gli italiani nella politica sui rifugiati si sono innanzitutto auto-lodati”, però, parafrasa Vittorio Da Rold sul 24ore, anche se è vero che la maggior parte dei migranti giunti sulle coste europee attraversando il Mediterraneo sono stati salvati dall’Italia, “della maggior parte di coloro che sono arrivati si sono poi perse le tracce”.

Stime di Roma parlano di 3mila migranti verso l’Austria in primavera, allora, il profeta merkeliano prevede che “se il flusso dovesse ristagnare al Brennero si creerebbe nel centro dell’Europa una situazione come quella di Idomeni. A meno che gli italiani non si attivino nella politica di accoglienza e integrazione. Più probabile è che Roma chieda un’immediata modifica dell’accordo di Dublino”.

Insomma, abbiamo paura che il nostro paese si riempia di profughi mentre la matrigna Europa resta con le mani in mano. A questo punto, si chiede Piller, è giusto aiutare l’Italia che, quando i profughi arrivano in Germania, si richiamava a Dublino, e di solidarietà neanche a parlarne? Piller, però, evita di dire che dopo il rischioso accordo con la Turchia la pressione migratoria si sposterà prevalentemente sulle coste italiane.

Tornando alla questione “Brennero”: il blocco austriaco – controlli alle frontiere con l’Italia – causerà un danno di 140 miliardi all’interscambio commerciale con Vienna, secondo l’Osservatorio Conftrasporto-Confcommercio. “Mettere in soffitta” Schengen, nell’immediato, potrebbe far perdere (in termini di maggiori costi) 170 milioni di euro all’anno alle imprese dell’autotrasporto (gestione dei mezzi e dei conducenti). Paolo Uggè, Presidente di Conftrasporto e Vice-Presidente di Confcommercio intervistato dal Sole, rilevando che “in gioco, oltre al danno per la filiera logistica e per tutta l’economia nazionale, c’è anche la stessa essenza della politica europea dei trasporti all’interno del più generale Disegno Europeo”, propone l’attivazione di un “corridoio di libero scambio per tutti i vettori europei”.

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