Elezioni Francia: Le Pen, Macron e quell’inevitabile coabitazione

Pubblicato il 19 Aprile 2017 alle 11:46 Autore: Livio Ricciardelli
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Elezioni Francia: Le Pen, Macron e quell’inevitabile coabitazione

La “riforma” del 2002 era finalizzata ad evitare il terribile virus della coabitazione. Quel mostro a due teste che vedeva spesso un Presidente della Repubblica di centrodestra dover coesistere con un’Assemblea Nazionale a maggioranza di centrosinistra o viceversa. Il famoso dualismo del primo ministro francese di fronte all’Eliseo e al Parlamento. Dal 2002, infatti, i governi di centrodestra hanno sempre convissuto con Presidenti della Repubblica di marca gollista. I governi socialisti invece hanno governato soltanto durante la presidenza Hollande, dal 2012 al 2017.

Elezioni Francia: se vince Marine Le Pen

Con un ballottaggio tra Macron e Le Pen, il sistema politico francese entrerebbe in una fase del tutto inedita da questo punto di vista. Non soltanto perché i due principali schieramenti politici verranno esclusi dal primo turno. Ma perché il Presidente della Repubblica dovrà necessariamente convivere con un governo di un altro colore; comunque non espressione piena del suo schieramento politico. Ragioniamo per ipotesi. Mettiamo che vinca Marine Le Pen. Nelle prossime elezioni legislative col doppio turno l’ipotesi che il Front National possa ottenere la maggioranza dei seggi in Assemblea Nazionale è pura fantapolitica!

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Attualmente il sistema dei ballottaggi ha fortemente danneggiato il Front National. Addirittura alle elezioni regionali. Il massimo storico parlamentare del Fronte risale a quando, nella seconda metà degli anni 80, Mitterrand ebbe la pessima idea, ritrattata subito dopo, di approvare una nuova legge elettorale di tipo proporzionale.

Non è un caso che gli storici exploit elettorali frontisti risalgano ad “epiche” elezioni europee degli scorsi decenni.

Elezioni Francia: se vince Emmanuel Macron

Mettiamo invece che vinca Macron. Ha alle spalle un partito ancor meno solido di quello della Le Pen. Uno schieramento nuovo di zecca e che di fatto si pone come una lista personale di un indipendente. Lo stesso nome e lo stesso simbolo di En Marche! rimandano direttamente al cognome del suo candidato ed unico leader. Difficile credere che nell’arco di poche settimane un movimento come questo possa correre per ottenere la maggioranza dei seggi parlamentari.

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In uno schema così fluido dunque non è esclusa una forma di coalizione per il futuro governo della Francia. Con nessun partito veramente in grado, anche alle legislative, di dar vita ad una maggioranza assoluta in Parlamento. Ecco perché sono interessanti in questo senso i dibattiti tv tra gli 11 candidati o tra i 5 candidati principali alla Presidenza.

In questo buco nero, anche il terzo o il quarto posto possono dare indicazioni interessanti. Per capire quale raggruppamento o quale area politica ha la maggioranza reale degli elettori. Per governare, questa volta insieme, a scapito di un sistema elettorale netto e proverbiale nella sua efficienza.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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