Prato, il caso Cenni

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 alle 09:30 Autore: Carlandrea Poli
cenni

Di quel concordato finito male Cenni deve affrontare ora gli strascichi nelle aule di tribunale. Soprattutto dovrà confrontarsi con l’addebito di “acrobazie contabili” nei bilanci del gruppo fatta dai curatori come riportato dal Tirreno del 23 gennaio. Per la fine delle indagini, prodromica ad un’archiviazione o alla richiesta di un rinvio a giudizio i tempi non si annunciano stretti. Ma l’aspetto legale ha nell’analisi del caso Cenni probabilmente la rilevanza minore. È il disastro economico che spaventa, la montagna di debiti gonfiata negli anni e ricaduta sulle spalle di banche e fornitori. Lui, presidente della fondazione Cariprato prima della discesa in politica, in queste ore si cimenta nella dissimulazione delle cause della colata a picco della sua nave Sasch. “Avevamo negozi in 32, 33 paesi nel mondo.

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Un’azienda con tanti anni di esperienza non può riconoscersi nella descrizione delle carte del tribunale. Non siamo stati così sgangherati”. I numeri però parlano di 145 milioni di debiti nel 2010, ben oltre il livello del fatturato. E proprio nella ricerca di una giustificazione al crack economico Cenni da lasciare attoniti anche i più sfegatati supporter del centrodestra: “Dopo il 2008 è diventato più difficile fare impresa a causa dei subprime”. Ah, quindi la Sasch aveva titoli tossici nel suo patrimoni? Non risulta. Più incidenza ha avuto la crisi del distretto tessile, che dal 2000 ha falcidiato il 40% del settore a Prato. E qui rientra in gioco il nocchiero platonico. Alla guida del suo distretto nell’età della prosperità come in quella di declino, senza sconfessare nulla. Un tratto tipico della pratesità e di quella particolare declinazione della lex mercatoria fatta in città da un totem ben preciso: l’impresa familiare. Le aziende possono anche ingrandirsi, ma mai i soci che l’hanno ereditata devono lasciare il passo ai manager. Così, i figli si sentono investiti da una sorta di legge salica a entrare nella governance della società di nonno e papà. Con risultati economici impietosi.

Il tessile non esce ancora dalla crisi dopo 11 anni e quei 145 milioni di euro di debiti della Sasch sono diventati più di 200. Cenni, pertanto, visto in controluce si spinge un metro oltre la difesa delle sue prerogative da sindaco. Pensa in realtà a difendere un modello sociale che seppure uscito sconfitto nel villaggio globale cerca di rimanere radicato nel villaggio pratese. Ma si nota oramai anche in questo l’inizio di un doloroso disincanto per una città tanto affogata nelle sue incrollabili certezze. La popolarità di Cenni è in picchiata. Dopo due anni di mandato solo il 47% dei pratesi apprezza il suo operato secondo il sondaggio annuale sui sindaci del Sole 24 Ore. Il dato peggiore fra tutti i sindaci toscani, 97° nella classifica generale.

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L'autore: Carlandrea Poli

Nato a Prato il 27/06/1987 giornalista pubblicista, ha cominciato a collaborare con alcune testate locali della sua città per poi approdare al Tirreno. Appassionato delle molte sfaccettature della politica, ha una predilezione per la comunicazione, l'economia e il diritto. Adora il neomonetarismo, l'antiautoritarismo della scuola di Francoforte e prova a intonare nel tempo libero con scarso successo le canzoni di Elisa Toffoli. Su Twitter è @CarlandreaAdam
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