Lo sciopero generale paralizza l’Argentina

Pubblicato il 11 Aprile 2014 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito

In Argentina è in corso uno sciopero generale che potrebbe rivelarsi come la più importante mobilitazione contro l’amministrazione della “presidenta” Cristina Fernández de Kirchner. Lo sciopero, proclamato da tre delle cinque principali organizzazioni sindacali del Paese, è stato organizzato per contrastare le politiche economiche adottate dal governo. L’Argentina sta affrontando una difficile situazione economica e il settore pubblico, in particolare quello dell’istruzione, è stato duramente penalizzato. Il livello dell’inflazione (oltre il 30%), l’aumento dei prezzi dei servizi di base, come il gas e l’elettricità, e la svalutazione del peso hanno generato un incontenibile malcontento che sfocia nelle manifestazioni di piazza.

Si apre così un nuovo “fronte” per il governo, ovvero il problema delle condizioni sociali: a Buenos Aires e nelle principali città argentine, i sindacati mobilitati reclamano un aumento salariale del 40% e un innalzamento della soglia minima per l’applicazione dell’imposta sul reddito. Al momento, nel Paese sudamericano tutte le attività sono in sostanza bloccate: l’adesione allo sciopero da parte dei settori del trasporto e i vari posti di blocco organizzati per rallentare il traffico automobilistico nei principali accessi di Buenos Aires stanno mettendo nel caos l’Argentina.

sciopero

Già nelle settimane precedenti, nella Provincia di Buenos Aires, lo sciopero degli insegnanti ha costretto le autorità a rinviare l’inizio dell’anno scolastico. Questa volta, il governo ha respinto lo sciopero e ha fatto pubblicare una nota intitolata “Mañana la mayoría de los argentinos quiere trabajar”, mentre il Ministro del Lavoro, dell’Occupazione e della Sicurezza Sociale, Carlos Alfonso Tomada, ha minimizzato la vicenda dichiarando che si tratta semplicemente di uno sciopero del trasporto pubblico.

Sebbene manchi ancora molto alle elezioni presidenziali (fissate a ottobre 2015), alcuni tra i possibili candidati del Frente para la Victoria potrebbero incontrare ostacoli mentre Sergio Massa, già vittorioso in occasione delle elezioni dello scorso ottobre, potrebbe sfruttare l’occasione per “affossare” definitivamente il kirchnerismo, ormai in declino.