Riforme: sì agli emendamenti nella notte. Renzi: “Un abbraccio a gufi e sorci verdi”. M5S minacciano dimissioni in massa

Pubblicato il 14 Febbraio 2015 alle 10:24 Autore: Antonio Atte

Nella notte il governo è riuscito a portare a casa l’esame del ddl Boschi sulle riforme costituzionali, con l’approvazione dei relativi emendamenti. La partita si chiuderà ai primi di marzo, quando dovrebbe arrivare l’ok definitivo al testo da parte di Montecitorio. Presente anche il premier Matteo Renzi, che ha voluto in questo modo sottolineare l’importanza del passaggio appena archiviato. L’assenza delle opposizioni – eccetto una gruppetto di deputati di Forza Italia e del Movimento Cinque Stelle – ha fatto sì che l’esame del ddl si svolgesse in un’Alula semivuota. Se Ettore Rosato, deputato Pd, definisce l’Aventino delle opposizioni “una ferita istituzionale”, Renzi, dal canto suo, dice di non essere dispiaciuto: “Credo che a rammaricarsi debbano essere il centrodestra, le opposizioni – commenta il premier Matteo Renzi parlando in Transatlantico a Montecitorio – noi bene così, andiamo avanti”.

Riforme, Sibilia (M5S): “E’ dittatura”

Duri i commenti da parte del M5S: “2.53 I ‘pdittatori’ si sono fatti la Costituzione da soli. A questo punto paga le tasse solo chi vota pd. Qui aula, passo e chiudo. Notte”, ha scritto su twitter Carlo Sibilia, deputato e membro del direttorio 5 stelle. Poi su Facebook, lo stesso Sibilia: “Alla fine una delle pagine più buia per la democrazia italiana è stata scritta. Le dittature non vengono subito in camicia nera o con i carri armati. Le dittature arrivano e non ti avvisano. Le dittature arrivano di notte”.

Riforme: referendum e stato di guerra

Lasciando in coda l’esame dell’articolo 15 sul referendum, il Pd ha voluto segnalare simbolicamente al M5S la sua disponibilità al confronto: i pentastellati chiedevano infatti l’eliminazione del quorum. Tra le novità approvate dalla Camera vi è anche una modifica della maggioranza parlamentare necessaria a deliberare lo stato di guerra. Dopo l’approvazione definitiva della riforma, l’ok, che spetterà alla sola Camera dei deputati, necessiterà della maggioranza assoluta dei voti e non più solo di quella semplice. Per Maria Elena Boschi il passo rappresenta un ragionevole punto di “mediazione”. Rosy Bindi però non è dello stesso avviso: “Con una legge elettorale maggioritaria – osserva l’esponente Pd – che darà il 54-55% a chi vince, questo emendamento non è sufficiente a garantire che in futuro vi sia il rispetto della Costituzione”.

Riforme, Renzi: “Presto decreti su partite IVA, co.co.co. e maternità”

Sempre via Twitter, il premier ha esultato per l’ok dell’Aula di Montecitorio all’esame delle riforme costituzionali (“Via il bicameralismo paritario, chiarezza stato-regioni, leggi più chiare e più veloci, meno politici e più Politica #lavoltabuona”) e ha annunciato che nel prossimo Consiglio dei Ministri – previsto per venerdì prossimo – saranno varati decreti legislativi su partite IVA, fatturazione elettronica, co.co.co. e maternità.

E nel frattempo va in scena l’ennesimo battibecco via Twitter tra Renato Brunetta e il premier, con il capogruppo forzista che avverte: “Ride bene chi ride ultimo”.

Intanto arriva anche la dichiarazione infuocata da parte di Alessandro Di Battista, membro del direttorio del M5S, che in piazza avverte: “Noi parlamentari M5S pronti a dimissioni per far cadere Parlamento ed andare a nuove elezioni”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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