Ncd: è iniziata la resa dei conti nel partito. Ipotesi Cantone per il dopo-Lupi

Pubblicato il 21 Marzo 2015 alle 10:42 Autore: Antonio Atte
cantone raffaele

Il vento della discordia soffia tra le file di Ncd. Dopo l’uscita dal governo di Maurizio Lupi, nel partito di Angelino Alfano si alza la voce di chi ha visto nella defezione del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture l’ennesimo atto di sottomissione del Nuovo Centrodestra a Matteo Renzi e al Pd. Nunzia De Girolamo, che giorni fa aveva auspicato le dimissioni di tutti i membri dell’esecutivo in quota Ncd nel caso in cui Lupi avesse lasciato l’incarico, in un’intervista a Repubblica oggi dice che “la linea del partito non è chiara”. “Siamo di centrodestra o di centrosinistra? – si chiede la De Girolamo – Se diventiamo predellini di un Pd sempre più arrogante o degli organismi geneticamente modificati non mi va più bene”. “Chiedo un congresso straordinario al mio partito. Chiedo che ci si parli tutti, e che si parli con la base, per capire cosa fare da grandi”, aggiunge la capogruppo alla Camera di Area Popolare.

La De Girolamo esclude però un ritorno tra le braccia di Forza Italia: “Basta con questa storia, torni non torni. Io lavoro per l’unità di un centrodestra alternativo alla sinistra anche da casa”. E se le cose dovessero andare diversamente “farò battaglia fino in fondo dall’interno per non essere una corrente minoritaria del renzismo, o lo scendiletto muto del premier. E terrò fede al mandato che ci eravamo dati: un nuovo centrodestra”, afferma l’ex ministro delle politiche agricole, la quale si scaglia contro “il doppiopesismo e la doppia morale del Pd”, che pretende le dimissioni di Lupi (non indagato nell’inchiesta sulle tangenti per le Grandi Opere) ma allo stesso tempo “candida un condannato e ha sottosegretari indagati”.

dimissioni maurizio lupi

Ncd reclama un ministero

E proprio per evitare l’accusa di doppiopesismo, Matteo Renzi – stando ad alcune voci – sarebbe intenzionato a chiedere ai sottosegretari indagati del suo governo di fare un passo indietro: in questo modo il suo governo si sottrarrebbe ad eventuali recriminazioni e mugugni da parte di Ncd e alle critiche dell’opinione pubblica. Ora tocca capire quale sarà il destino del Ministero del Trasporti e delle Infrastrutture. Dopo l’addio di Lupi, Ncd reclama un ministero. “Abbiamo rapporti di correttezza e lealtà con il presidente del Consiglio. La responsabilità mostrata da Lupi sarà riconosciuta come rafforzamento del governo”, ha dichiarato il leader di Ncd, Angelino Alfano. “Credo non sia intenzione, né interesse, di Renzi e del governo – aggiunge – intaccare il peso di Ncd nel governo. Non abbiamo particolare affezione riguardo al ministero delle Infrastrutture. Si tratterà di individuare l’uomo giusto al posto giusto”.

Ipotesi Cantone per il dopo-Lupi

Nelle mire del Nuovo Centrodestra ci sarebbe il ministero dell’Istruzione, che attualmente è semi-commissariato – non è certo un mistero il fatto che Renzi mal sopporti Stefania Giannini (da poco passata al Pd): ma la faccenda, al momento, appare complicata. Il ministero delle Infrastrutture e del Trasporti potrebbe essere suddiviso in “Trasporti” e “Lavori Pubblici” oppure “spacchettato”, con l’unità di missione da assegnare al braccio destro di Renzi, Luca Lotti. Intanto, il premier si appresta ad assumere la guida del dicastero ad interim, ma “solo per pochi giorni”, ha assicurato. Per il dopo Lupi nelle ultime ore si è parlato anche di due ipotesi: Nicola Gratteri (che il premier avrebbe voluto alla Giustizia) o Raffaele Cantone. Ma entrambe sembrano destinate a rimanere semplici suggestioni.

Alfano: “Non torneremo nel vecchio centrodestra”

“Arriva la ripresa e qualcuno parla di sostegno esterno al governo. Noi dobbiamo prendercene i meriti. Ora arriva la ripresa economica e la lasciamo al Pd? Ma di cosa stiamo parlando?”. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano al convegno «LaboratorioFuturo», allontana le voci circa una possibile fuoriuscita di Ncd dal governo. “Noi resteremo in questo governo – rivendica Alfano – finché si faranno le cose che diciamo noi: noi abbiamo realizzato tanto di cui andare fieri. Vogliamo andare avanti come abbiamo fatto fino a qui, realizzando le cose alle quali abbiamo creduto”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
Tutti gli articoli di Antonio Atte →