Il blocco degli scrutini divide i sindacati

Pubblicato il 17 Maggio 2015 alle 11:57 Autore: Redazione
scuola blocco scrutini

Il blocco degli scrutini, annunciato ieri dai Cobas come risposta alle minacce si precettazione dell’Autorità di garanzia degli scioperi, divide i sindacati. “Nessuna sponda ai Cobas sul blocco degli scrutini, ma il governo deve rispettare l’impegno di dialogare con il sindacato” afferma il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, che intervistata dalla Stampa si dissocia dalla linea dura ed esclude lo stop agli scrutini: “il blocco crea disagio alle famiglie e agli studenti. Ci stiamo spendendo per evitare una situazione così grave. Il governo e anche il sindacato devono assumersi le loro responsabilità. Riconosciamo che, per la prima volta dopo anni di tagli, vediamo un numero cospicuo di assunzioni e di risorse per la scuola”.

Cosa manca nella riforma? “Occorre più collegialità tra chi lavora nella scuola, le famiglie, gli studenti e le comunità locali. Non abbiamo pregiudizi nei confronti di un preside con più poteri. Il problema è come queste nuove prerogative vengono usate da un dirigente scolastico-manager. Mi riferisco alla valutazione degli insegnanti dopo un anno di prova e alla distribuzione di 220 milioni di euro in base al merito”. “È sbagliato – continua Furlan – dare a pioggia soldi a tutte le scuole. Le risorse devono andare innanzi tutto alle scuole di frontiera che più affrontano il disagio”.

Blocco scrutini, Mirabelli: “Priorità agli studenti”

“Tutelare il diritto degli studenti ad ottenere le valutazioni annuali deve essere una priorità”. Il presidente emerito della corte costituzionale Cesare Mirabelli, in un’intervista al Messaggero, interviene così sull’ipotesi di un blocco degli scrutini. “Lo sciopero è un diritto collettivo costituzionalmente garantito. Naturalmente allo stesso tempo vanno tutelati i servizi pubblici essenziali. Dunque è tollerabile uno slittamento dei tempi previsti per gli scrutini ma non è accettabile che siano presi in ostaggio i diritti degli studenti che a fine corso aspettano una valutazione, specie se dovessero essere messi a rischio gli esami di stato”.

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