Pubblica Amministrazione peggio dell’evasione, dice la Cgia

Pubblicato il 9 Gennaio 2016 alle 12:22 Autore: Redazione
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Il malfunzionamento della Pubblica Amministrazione “ha un impatto molto negativo sull’economia del nostro paese frenandone la ripresa”, riferisce la Cgia . L’inefficienza della P.A. determina per le casse dello Stato danni ben peggiori del mancato gettito causato dall’evasione fiscale (stimato tra i 90 e i 120 miliardi di euro all’anno). Stando ai dati dell’associazione di Mestre, ammontano a 70 miliardi i debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori al lordo della quota ceduta dai creditori in pro-soluto alle banche. Il deficit logistico-strutturale fa perdere al nostro sistema economico un totale di 42 miliardi ogni anno, inoltre, il peso della burocrazia sulle Piccole e Medie Imprese equivale a 31 miliardi all’anno. Mentre ammonta a 24 miliardi la spesa pubblica in eccesso che impedisce di ridurre la pressione fiscale alla media dell’Unione Europea. Gli sprechi e la corruzione nel sistema sanitario costano al paese 23,6 miliardi di euro ogni anno, invece, la lentezza della giustizia manda in fumo 16 miliardi all’anno.

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Pubblica Amministrazione peggio dell’evasione, dice la Cgia

Anche se in alcuni casi i costi si sovrappongono, dunque non è possibile sommarli, secondo Paolo Zabeo, coordinatore della Cgia di Mestre, “È verosimile ritenere che se recuperassimo una buona parte dei soldi evasi al fisco la nostra macchina pubblica funzionerebbe meglio e costerebbe meno. Analogamente, è altrettanto plausibile ipotizzare che se si riuscisse a tagliare sensibilmente la spesa pubblica, permettendo così la riduzione di pari importo anche del peso fiscale, molto probabilmente l’evasione sarebbe più contenuta, visto che molti esperti sostengono che la fedeltà fiscale di un Paese è direttamente proporzionale al livello di pressione fiscale a cui sono sottoposti i propri contribuenti”.

“Secondo una recentissima analisi elaborata da due economisti italiani occupati presso la Direzione Generale Affari Economici e Finanziari dell’Ue – ha continuato Zabeo – per diminuire in misura strutturale il carico fiscale italiano e allinearlo alla media dei Paesi dell’Area dell’euro sarebbe necessario ridurre la spesa pubblica di almeno 24 miliardi di euro. Un obiettivo che, alla luce dei tagli di spesa previsti dalle ultime leggi di Stabilità, non ci sembra raggiungibile in tempi ragionevolmente brevi”. Al netto degli interessi sul debito, nel 2016, la spesa pubblica in Italia dovrebbe tendere a circa 770 miliardi di euro.

Il segretario dell’associazione Renato Mason ha tenuto a segnalare che “le imprese italiane, essendo prevalentemente di piccolissima dimensione, hanno bisogno di un servizio pubblico efficiente, economicamente vantaggioso e di alta qualità, in cui le decisioni vengano prese senza ritardi e vi sia certezza per quanto riguarda le leggi e la durata delle procedure. Se, invece, la farraginosità della nostra legislazione continuerà a lasciare una grande discrezione interpretativa ai dirigenti e ai funzionari pubblici, è evidente che anche la riforma della Pa messa in atto dal Governo Renzi potrebbe non sortire gli effetti sperati”.

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