Assunzioni nelle imprese, la ripresa non è per tutti

Pubblicato il 29 Febbraio 2016 alle 08:00 Autore: Gianni Balduzzi
assunzioni nelle imprese , istogrammi delle assunzioni delle aziende in base alle dimensioni

Assunzioni nelle imprese, la ripresa non è per tutti

L’ISTAT ha certificato la debole ripresa dell’economia, dopo il +0,6% del 2015, quando ci sia aspettava per alcuni un +1%, nel 2016 forse arriveremo al +1%, anche se le previsioni del governo sono di un +1,4%.

Non è cosa nuova questa costante revisione al ribasso delle stime. E vale anche per il lavoro. Dopo un aumento degli occupati in seguito all’introduzione della decontribuzione per i nuovi assunti e del jobs act all’inizio del 2015 da aprile a dicembre l’occupazione invece è addirittura diminuita, principalmente per il calo di autonomi e 25-49enni al lavoro.

Questo vuol dire che la piccola ripresa che c’è stata non è stata per tutti, in quali imprese si è invece cominciato o continuato ad assumere?

Assunzioni delle imprese, male la manifattura, bene i servizi

Una prima differenza fondamentale è tra il settore manifatturiero e quello dei servizi, in particolare dei servizi alla persona. Inutile dire che il primo è quello che ha sofferto di più, visto che tra il 2015 e il 2015 le posizioni lavorative sono addirittura diminuite nel settore manifatturiero, anche se erano aumentate l’anno precedente.

Come vediamo di seguito vi sono state assunzione nel settore delle pelli, della riparazione e manutenzione di macchine, nella costruzione di macchinari in genere, nella farmaceutica.

Male la metallurgia, la raffinazione, la lavorazione del legno.

assunzioni nelle imprese, grafico a punti sulle aziende manifatturiere

Del resto anche i recentissimi dati su un timidissimo aumento della produzione industriale solo del 0,2% indicano quanto questo settore vada strutturalmente peggio del resto dell’economia.

Paghiamo una digitalizzazione della vita che rende meno necessari banalmente gli oggetti, ma soprattutto il non aver intercettato i trend del momento, la produzione dei beni in maggiore crescita e con produttività maggiore.

Meglio in generale i servizi, dove in alcuni segmenti vi sono stati progressi anche del 5% sia nel 2015 che 2014. Parliamo della consulenza informatica, della consulenza aziendale, della ricerca e sviluppo, della vigilanza e investigazione.

In generale i dati sono positivi, ma per la produzione cinematografica, il trasporto aereo, le telecomunicazioni, le statistiche sono negative.

Tuttavia si tratta del settore che più trascina l’occupazione, e non solo in Italia. Piuttosto un discorso a parte andrebbe fatto sulle condizioni lavorative, sugli stipendi, in calo, sulle condizioni contrattuali, soprattutto per i più giovani, nei servizi, ma è già un’altra storia

assunzioni nelle imprese, grafico a punti sulle aziende di servizi

In particolare è il mondo, in crescita, dei servizi alla persona quello che appare essere il futuro dell’occupazione, ovvero tutte quelle mansioni che rimarranno necessariamente appannaggio degli esseri umani anche con l’avanzata della sostituzione tecnologica dei lavoratori e della digitalizzazione.

Così tutti i segmenti risultano in crescita, in particolare nel 2015 le attività creative e legate ai musei, quello dell’istruzione, di più del 6%,  il mondo dell’assistenza sociale residenziale e non, quindi le assunzioni di infermiere e personale OSS nelle RSA

assunzioni nelle imprese, grafico a punti sulle aziende di servizi alle persone

Assunzioni nelle imprese, piccolo non è bello, assumono di più le aziende medio-grandi

Le differenze non sono solo per settore, però. L’Italia è il Paese che più si caratterizza per la presenza di aziende piccole e micro, che tra l’altro sono quelle che più hanno sofferto la crisi, e che tuttavia rimangono la spina dorsale del modello produttivo.

E questa preponderanza si fa sentire, perchè è di fatto un freno alla crescita dell’occupazione.

Come vediamo di seguito è calcolata la probabilità di nuove assunzioni per numero di dipendenti, e per livello di produttività. Se le differenze in base alla maggiore produttività appaiono ovvie, meno forse sono quelle in base al numero di addetti: e allora osserviamo come sia solo del 27,5% la probabilità che si assuma in una azienda micro con 0-2 dipendenti e del 60% in una media con 50-150.

Vi è uno stabile aumento man mano che sale il numero di addetti.

assunzioni nelle imprese , istogrammi delle assunzioni delle aziende in base alle dimensioni

Di fatto nelle aziende medie e grandi si assume il doppio che nelle attività micro.

Ha importanza, oltre al numero, anche la possibilità che un’azienda sia esportatrice o meno. Un’azienda sopra i 150 dipendenti ma che non esporta assume meno di una di 5-10 addetti che però è proiettata sui mercati esteri.

Del resto sappiamo bene come nel 2010-2014 è stato quasi solo l’export l’unica voce positiva nel nostro PIL

assunzioni nelle imprese, istogrammi con percentuali di aziende in base alla tendenza all'export

Vi sono interessanti differenze anche in base all’età dell’azienda.

E qui le cose cambiano in base al numero dei dipendenti, perchè più l’azienda è piccola, più la sua età conta.

In effetti le imprese con meno probabilità di nuove assunzioni sono quelle micro e anziane. Di fatto se in 10 anni hanno assunto così poche persone è poco probabile lo facciano ora, mentre ci sono molte più speranze per e start up.

Questa differenza si annulla con l’aumentare delle dimensioni, e anzi in quelle più grandi sono le più anziane quelle che assumono di più.

In ogni caso, forse al contrario di quanto molti possono pensare, una azienda media e vecchia ha comunque molte più possibilità di assumere personale di una piccola start up appena nata.

assunzioni nelle imprese, istogrammi con percentuali

Questi dati dovrebbero essere molto utili a chi deve prendere decisioni, in particolare in termini di incentivi ed investimenti pubblici.

Il futuro è nei servizi, soprattutto quelli che riguardano l’informatica, la tecnologia, e la persona, e le aziende che esportano e che sanno crescere in numero di addetti. Tutte caratteristiche queste, che non descrivono purtroppo la classica impresa italiana.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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