Brexit: che ne sarà degli europei residenti nel Regno Unito?

Pubblicato il 25 Giugno 2016 alle 13:36 Autore: Federica Albano
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Brexit: che ne sarà degli europei residenti nel Regno Unito?

La convenzione di Vienna dovrebbe garantire i diritti sia dei cittadini europei residenti in Gran Bretagna, sia dei cittadini britannici in Europa ma all’indomani del Brexit sono in molti a chiedersi come cambieranno le cose per i 3milioni di europei trasferitisi oltremanica e per i britannici stessi.

Brexit: diritti e doveri

I diritti acquisiti dai cittadini europei legalmente residenti nel Regno Unito riguardano la residenza, il lavoro, l’apertura di un’attività in proprio, l’acquisto di beni, sanità, istruzione e la possibilità di rimanere nel Paese anche dopo la pensione. Ciò che molti si chiedono però è: dovremo abbandonare il Paese? Cambieranno le pratiche burocratiche per ottenere un lavoro? Il sistema fiscale resterà invariato? Come inciderà l’uscita dall’Ue sui prezzi di beni e servizi?

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La realtà è che i diritti dei cittadini Ue residenti in Gran Bretagna non fanno parte delle trattative con l’Europa a seguito del Brexit perciò a tutti i cittadini legalmente residenti in Regno Unito è consigliato fornire prova della propria condizione regolamentare al fine di poter contrastare un’eventuale espulsione.

Brexit: E per i britannici?

Con l’uscita dall’Ue la libera circolazione dei cittadini britannici è fortemente compromessa. Potrebbero aver bisogno di un visto per viaggiare in Europa come gli altri 44 Paesi del mondo su 219. Certo è che il crollo della sterlina farà sì che difficilmente i britannici potranno fare vacanze a prezzi modici. Erano infatti gli accordi comunitari a mantenere entro una certa soglia i prezzi dei biglietti aerei, per esempio, basti pensare alla rivoluzione operata da Ryanair che ha permesso di viaggiare a costi quasi irrisori.

Ciò che desta molte preoccupazioni però è la fragilità del sistema sanitario e pensionistico. I britannici infatti ricevono assistenza sanitaria nei Paesi europei i cui costi sono pagati dalla sanità britannica sulla base di accordi bilaterali. Inoltre, pensioni e investimenti immobiliari potrebbero “evaporare” sotto il forte deprezzamento della sterlina.

Foto di Alessandro Giannola, inviato TP a Londra