Socialmuseums: il futuro dei musei italiani

Pubblicato il 26 Novembre 2016 alle 15:48 Autore: Beniamino Valeriano
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Socialmuseums: il futuro dei musei italiani

Il futuro dei nostri musei passa dai social. Storytelling,  post, tweet, hashtag sono le nuove parole chiave per coinvolgere il pubblico e rilanciare il patrimonio artistico italiano, soprattutto tra i nativi digitali. A ribadirlo  è l’Associazione Civita che ha presentato venerdì scorso a Roma il suo X Rapporto “#socialmuseums. Social media e cultura fra post e tweet”.

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Socialmuseums: 3 punti fondamentali

Secondo il X Rapporto Civita, sono tre i punti dai quali bisogna partire per avviare un processo di ammodernamento dei nostri musei. dare vita a dei veri e proprio “musei relazionali”  (nel contesto statunitense viene definito the participatory museum, enfatizzandone l’aspetto dinamico e interattivo), prevedere opportuni investimenti  e accrescere il proprio ruolo identitario e valoriale attraverso l’ ottimizzare le funzioni delle piattaforme social in linea e con i centri di ricerca e imprese innovative del settore.

Socialmuseums: rilanciare il marketing culturale

Secondo il Rapporto, per colmare le lacune italiane in materia di marketing culturale, bisogna investire sulla formazione di nuove professionalità, ottimizzare le risorse usando fondi nazionali e comunitari (come Horizon 2020, Agenda Digitale, Erasmus+). E’ necessario poi attuare programmi nazionali con la cooperazione di più ministeri (Mibact, Miur e Mise) e la ricercare una  progettualità innovativa, con strategie digitale singole per ogni istituzione. 

Socialmuseums: la riforma Franceschini e i social

Oltre alla nomina di nuovi direttori per i grandi musei pubblici italiani, la “riforma Franceschini” (tra i ministri più stimati di questo governo)  ha interessato anche la governance, i servizi offerti e la propria autonomia, richiedendo loro un arricchimento dei fruitori reali o virtuali. In quest’ottica di rinnovamento è necessario sfruttare al massimo le possibilità offerte dai vari network per coinvolgere i potenziali fruitori dei musei. I musei dovrebbero poter dialogare in modo attivo con il proprio pubblico e coinvolgerli virtualmente nelle varie attività proposte.

Socialmuseums:  la situazione attuale

Ad oggi, l’utilizzo dei social come mezzo non sembra costituire per i nostri musei un obiettivo strategico e rilevante.  Il report evidenzia la  “poca esperienza finora accumulata” e “la difficoltà di associare una piattaforma ad obiettivi specifici e, di conseguenza, monitorarne gli impatti quali/quantitativi”. Facebook, Twitter e Google+  sono ritenuti più efficaci dai musei, anche se manca ancora il pieno coinvolgimento degli utenti.

 

L'autore: Beniamino Valeriano

Mi sono laureato in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Siena. Ho passato un anno a Madrid, ma poi è iniziata la crisi. Tornato in patria, sono ripartito per il Cile e ho (finalmente) capito di voler vivere e lavorare in Italia. Al momento frequento il master della Business School del Sole24Ore in "Giornalismo economico-politico e informazione multimediale". Sono appassionato di geopolitica, America Latina e musica. Speaker per gioco. twitter: @BenValeriano
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