Rinnovo contratto statali: insegnanti insorgono contro i sindacati

Pubblicato il 25 Ottobre 2017 alle 09:52 Autore: Daniele Sforza
Rinnovo contratto statali: insegnanti contro sindacati

Rinnovo contratto statali: insegnanti insorgono contro i sindacati.

Non si frenano le polemiche sul rinnovo contratto statali. Dopo anni di blocco contrattuale, gli insegnanti non ci stanno a raccogliere le briciole di una misura che prevede poche risorse e dunque pochi aumenti. Soprattutto a fronte di altri aumenti, quelli dei dirigenti scolastici, ben più sostanziosi. L’invito delle associazioni e dei sindacati scuola alle principali sigle sindacali è quello di non firmare il nuovo contratto, giudicato poco dignitoso sotto l’aspetto dell’incremento stipendiale. Sul piede di guerra l’associazione Professione Insegnante, che ha definito il rinnovo del contratto del pubblico impiego a dir poco “vergognoso”.

Rinnovo contratto statali: il duro comunicato di Professione Insegnante

Il collettivo Professione Insegnante si è profuso in un duro comunicato all’indirizzo del Miur e del governo contro lo scarso aumento salariale riservato agli insegnanti. La comunicazione, diffusa da Orizzonte Scuola, non risparmia nulla, elencando cifre e commentando l’operato del governo. “Ai docenti, dopo 9 anni di mancato rinnovo contrattuale e il mancato scatto stipendiale nel 2013, solo 40 euro netti al mese. In pratica 28 euro netti in media nel triennio 2016/2018. Molto al di sotto dell’inflazione programmata. Per i Dirigenti scolastici invece sono pronti 440 euro netti. 10 volte di più dei docenti”. Il confronto è impari per l’associazione, che fa notare come l’aumento stipendiale dei presidi sia il più consistente di sempre.

Professione Insegnante scava nel passato, smascherando le promesse dei rappresentanti del governo. “Ricorderete le dichiarazioni estive della Fedeli che parlava di raddoppiare le retribuzioni degli insegnanti. Lo prevede il Def nel 2018”. Ci si sofferma anche sulla possibile perdita del bonus 80 euro per il 40% dei docenti, causato proprio dal “misero aumento contrattuale previsto”.

Quindi la chiosa, con l’invito rivolto alle principali sigle sindacali di non mettersi a tavolo con il governo e chinare il capo. “I sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Confsal e FGU non si azzardino a firmare un simile contratto. In caso contrario Professione Insegnante scatenerà su di loro una capillare campagna di disdette”.

Rinnovo contratto statali: l’azione di lotta di Professione Insegnante

Il collettivo promette di non risparmiare nuove lotte, preannunciando una stagione di proteste e mobilitazioni. Sulla home page del sito, spicca una proposta di azione di lotta con la richiesta di un aumento di 200 euro netti. Questi i principali punti chiave elencati dal consiglio direttivo di Professione Insegnante.

  • Astensione immediata da ogni attività cosiddetta aggiuntiva. E dimissione da ogni incarico. I docenti dovranno svolgere solo quanto previsto dagli obblighi contrattuali.
  • Richiesta di aumento di 200 euro netti come recupero della perdita del potere d’acquisto dei salari dal 2008 a oggi.
  • Rifiutare il contratto che prevede l’aumento di 85 euro lordi nel triennio 2016/2018. Pari a 15 euro netti nel 2016, 30 nel 2017 e 40 nel 2018.
  • Rinvio della chiusura del contratto alla prossima legislatura.
  • Diffida ai sindacati a non firmare il contratto e abbandonare il tavolo.
  • Richiesta di un referendum che coinvolga tutta la categoria nell’eventualità in cui i sindacati siglino il contratto prima della firma.
  • Nell’eventualità di firma, promozione di una capillare campagna di disdette.

Si preannunciano dunque mobilitazione sul fronte scolastico contro i miseri aumenti di stipendio. Aspettando le risposte di quest’ultimo e dei sindacati invitati a non firmare, vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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