Stupro Jesolo: prove contro il senegalese arrestato. L’accusa

Pubblicato il 26 Agosto 2018 alle 18:12 Autore: Laura Segatti
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Stupro Jesolo: prove contro il senegalese arrestato. L’accusa.

Nella notte di mercoledì 22 agosto sulla spiaggia di Jesolo (Venezia), è avvenuto l’ennesimo caso di stupro. Questa volta la vittima è una 15enne friulana. La polizia di Venezia ha avviato immediatamente la ricerca dell’aguzzino della ragazza. In meno di 48 ore, sono riusciti ad identificare l’uomo tramite le videocamere di sorveglianza poste nella zona di piazza Mazzini, una delle zone notturne più frequentate. L’hanno catturato a Mestre, dove aveva trovato rifugio all’interno di una struttura ricettiva. Al momento si trova nella casa circondariale di Santa Maria Maggiore.

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Stupro Jesolo: identità dell’aggressore

L’aggressore ha finalmente un’identità, si chiama Mohamed Gueye, 25enne senegalese, già conosciuto dalle forze dell’ordine e già considerato un soggetto molto pericoloso ed aggressivo. “La Voce di Venezia” conferma che l’uomo soggiornava a Mestre e si spostava a Jesolo per la sua nota vita notturna. L’uomo avrebbe anche dei precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio e spaccio di stupefacenti. Per questa serie di motivazioni, sarebbe già stato condannato a lasciare l’Italia. Avendo, però, avuto un figlio da una relazione con una donna italiana, non è stato possibile proseguire con l’espulsione Nel frattempo le indagini continuano. Saranno effettuati test del DNA sull’uomo e alla vittima sarà data la possibilità di riconoscere l’autore di tale crimine.

Stupro Jesolo: rabbia condivisa sui social

Sul web intanto si scatenato le proteste a causa dell’ennesimo episodio di violenza. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini scrive su Facebook: “il 25enne arrestato è un immigrato senegalese irregolare. Dopo diversi precedenti penali era già stato in passato condannato (inutilmente) a lasciare l’Italia, ma avendo avuto una bambina da un’italiana questo verme non può essere espulso… Roba da matti!”. Conclude il post aggiungendo che “con il #DecretoSicurezza, se un clandestino stupra, ruba, uccide o spaccia, se ne torna a casa subito, senza se e senza ma”.

Anche il sindaco Valerio Zoggia avanza critiche per la situazione attuale della sua città in cui “spacciatori e ladri si limitano a spostarsi di qualche metro” e conclude affermando che “servirebbero pene più severe come reale deterrente”.

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